ROMA - ”Noi siamo i custodi dello Stato, portatori di quei valori d’amicizia e vicinanza che consentono ai cittadini di sentirsi parte dello Stato”. Con queste parole il Comandante generale dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, ha presentato il Calendario storico dell’Arma 2014 che, l’anno prossimo, festeggia i duecento anni di vita.
Giunto all’81 esima edizione e realizzato dal maestro Paolo Di Paolo e da Massimo Maracci, il Calendario ripercorre gli ultimi cinquanta anni della storia dei Carabinieri, concludendo il ciclo aperto nel 2011, e ha una tiratura di un milione e 300mila copie, di cui 8 mila in inglese, francese, spagnolo e tedesco.
“Già nell’atto istitutivo dei Carabinieri, il 13 luglio 1814, quel che colpiva era il compito assegnato ai militari: ‘ogni giorno due carabinieri a cavallo faranno una girata per le strade’. Quella ‘girata’ – ha detto Gallitelli – oggi altro non è che la presenza capillare sul territorio. Questa è la vera radice dell’Arma, che si pone come rappresentante di uno Stato che ha contribuito a costruire”. Ma la forza dei Carabinieri, ha proseguito il comandante generale, sta anche e soprattutto “nella capacità di coniugare l’osservanza dei valori e della tradizione con la capacità di ammodernarsi e di saper leggere la società che cambia costantemente”.
“Ai nostri uomini e donne – ha concluso Gallitelli – si chiede sempre di più in termini di generosità e sacrificio. Ma troppe volte ciò non viene compensato come è giusto attendersi”. Le tavole del calendario sono dedicate agli avvenimenti che hanno caratterizzato gli ultimi cinquant’anni della vita dei Carabinieri, mettendo in relazione avvenimenti del passato con quelli più recenti: dall’impegno nei Balcani a quello in Iraq, dall’attività di soccorso in occasione di calamità naturali all’ingresso delle donne nell’Arma.
Ad assistere alla presentazione animata da Massimo Giletti, anche alcune vedove dei militari morti nella strage di Nassiriya, la figlia di Giuseppe Giangrande, il carabinieri ferito il 28 aprile scorso nella sparatoria davanti a palazzo Chigi, che ha ascoltato il messaggio che il padre – ancora in ospedale – ha inviato ai presenti ringraziando l’Arma per la vicinanza e dicendosi orgoglioso di appartenere alla “grande famiglia dei Carabinieri. C’era ovviamente il comandante Dino Gallitelli e Francesco Negri, l’altro carabiniere rimasto ferito a palazzo Chigi. “Siamo stati fortunati – ha detto – se siamo vivi lo dobbiamo al caso e non certo alla volontà dell’attentatore”.
L’interesse tradizionalmente dimostrato verso il Calendario Storico dei Carabinieri, quest’anno giunto a una tiratura di 1.300.000 copie, di cui 8.000 in lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e tedesco), “è indice – viene sottolineato – dell’affetto e della vicinanza che ciascun cittadino nutre nei confronti della Benemerita”.
(Ansa)