Carlo Giovanardi è molto più bigotto di quanto si possa credere.
Sulla moderna (e tutto sommato normalissima) pubblicità Ikea ha espresso questo pensiero (e l’ha espresso quache giorno fa, quindi nel 2011 dopo Cristo): «Contrasta a gamba tesa contro la nostra Costituzione, offensivo, di cattivo gusto. L’Ikea è libera di rivolgersi a chi vuole e di rivolgere i propri messaggi a chi ritiene opportuno. Ma quel termine “Famiglie” è in aperto contrasto con la nostra legge fondamentale che dice che la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, in polemica contro la famiglia tradizionale, datata e retrograda».
Bene, io ho un amico della
Basilicata che è diventato da poco professore, insegna nella scuola pubblica a ragazzi di 15-16 anni, e siccome è un tipo risoluto, progressista e ateo, oggi spiegherà ai suoi alunni, alla maniera di Freddy Nietzsche, perché Giovanardi è così bigotto: «
Al mondo esistono da sempre, da migliaia di anni, da prima di Gesù Cristo, prima di Mosè, sempre semprissimo dai tempi dei tempi, ecco, ci sono i gay, gli omosessuali, i froci, le lesbiche, le lelle, le magnafranze, e da sempre sono maschi che amano il cazzo e femmine che adorano la figa, e fanno quello che vogliono con il loro corpo, e sono in mezzo a voi, voi andate a Roma in treno dopo le mangiate in campagna della Santa Pasquetta, e accanto a voi c’è seduto un signore distinto che scrive al computer, ecco, e giusto sei ore prima quel signore ha bevuto lo sperma del suo uomo, e gli è anche piaciuto un sacco, lo rifarà, e poi scendete dal treno prendete il taxi, e la taxista ha ancora, vi assicuro, se avvicinaste il naso alla sua bocca lo sentireste, il profumo della figa della sua donna in faccia, perché le ha mangiato di gusto la figa per un’ora la mattina stessa, prima di andare al lavoro e prendere il taxi su cui siete seduti, e poi i vostri figli, oh, anche loro, vanno a scuola, e il bidello ha ancora il ricordo del cazzo che ha preso in sauna la sera prima, con grande piacere, e le vostre mogli vanno al supermercato, e tra le corsie chiedono un’informazione a una ragazza, che pensa che bella donna questa, com’è elegante, quanto me la scoperei volentieri adesso qui in magazzino, e la cosa bella, cari deputati così attenti alla morale, è che non ci potete fare proprio niente, succede da sempre e sempre succederà, e la società non si lascia piegare da menti sopraffine, figuriamoci dalle equazioni di primo grado che avete al posto di un’idea di etica, quindi potete fare due cose, potete fare finta che non sia così, che il mondo sia immune dall’immoralità, e che possa la società tollerare qualcosina girando la testa dall’altra parte ma senza per alcuna ragione prenderne atto, e così facendo dovete aspettarvi che da Chiasso le orde del presente arrivino presto a schiacciarvi come blatte, oppure potete mollare il colpo, farvene una ragione, stare sereni, ché tanto il barista si lava, mica vi allunga il latte macchiato sorridendo con la sborra ancora in faccia»
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Evviva la scuola pubblica.