27 ottobre 2011
Oggi ho una notizia importante. Appena dopo avere letto sul meraviglioso ultimo libro di ‘Ala Al-Aswuani (“La rivoluzione egiziana”) che i massacratori di Khaled Said non erano ancora stati puniti, esce su Al Jazeera:
“Un tribunale egiziano ha condannato due poliziotti di aver picchiato il ragazzo egiziano a morte e li ha condannati a sette anni di carcere, secondo l’avvocato dell’uomo la cui morte ha ispirato rivolta del paese.
Hafiz Abu Saada, la Corte ha condannato i due ad omicidio colposo per la morte di Khaled Said nel giugno 2010, respingendo l’accusa più grave di omicidio.
La famiglia di Said e testimoni hanno accusato la polizia di torture e di aver picchiato a morte il ragazzo dopo una lite in un internet caffè di Alessandria (Ndr. per aver chiesto la motivazione di quel trattamento e l’esibizione di un mandato). Le foto avevano mostrato il suo corpo sfigurato e il suo volto insanguinato (Ndr. denti rotti, testa spaccata, ecc.).
La polizia affermò allora che il 28enne si fosse soffocato con un pacchetto di droga ingoiato mentre gli si avvicinavano, una versione contestata in recenti rapporti forensi che hanno dimostrato che il pacchetto gli era stato introdotto in bocca con la forza.
La morte di Said è diventa poi un grido di battaglia per gli attivisti dietro la rivolta del 25 gennaio che culminò con le dimissioni di Hosni Mubarak, l’11 febbraio. Vedere anche su Facebook il gruppo We Are All Khaled Said (Siamo Tutti Khaled Said).”
Consiglio a tutti vivamente di leggere quest’ultimo libro di ‘Ala al-Aswuani se si vuole conoscere il vero Egitto degli ultimi decenni, fino al presente.
Mar Rosso, deserto: sono finalmente tornata “a casa”. Per la prima volta nella storia, se non altro della mia vita e generazione, vedo militari in Sinai – secondo patti con Israele il Sinai doveva rimanere sgombro da soldati egiziani, e solo dopo mesi di anarchia rivoluzionaria la Grande Signora ha “acconsentito” che il vicino Egitto ne distribuisse un certo numero anche su questo territorio, Sinai, tra il canale di Suez e l’Asia.
Appena tornata in Egitto, il giorno prima ha lasciato questo mondo Gheddafi, il giorno dopo si vocifera di morte clinica di Mubarak, poi smentita riconfermata e ri-smentita più volte, in seguito alla visione delle foto della barbara macellazione dello stesso Gheddafi. Chissà quale forte karma li lega. Mi ritrovo di nuovo al centro delle notizie opposte, nella confluenza geografica tra tre mondi diversi.
Precedentemente, ho partecipato a e documentato con foto la grande manifestazione di Roma del 15 ottobre. Ci sono stati musica, scambi d’idee, foto e colori, abbiamo ballato sui Fori Imperiali. Un Pulcinella sbandierava una bandiera anonima variopinta, una non-bandiera per un futuro diverso, rifiutando i modelli obsoleti di appartenenze politiche che non ci corrispondono più. Chi portava bandiere “vecchio stampo”, veniva invitato a sfilare avanti o ad allontanarsi. E’ un peccato che non abbiamo visto un solo giornalista, e che tutti i media fossero impegnati a dedicare la loro attenzione a quei soli duemila (su circa 600.000 dimostranti pacifici) che lavorano per la Distruzione. Continuerò a informarmi su come possano non esser stati individuati e fermati per tempo – in ogni caso per le prossime volte in Italia serviranno assolutamente servizi d’ordine interni, composti di manifestanti stessi, come a Tahrir.
E’ di pochi giorni soltanto da oggi l’uscita del mio libro sulla rivoluzione egiziana (“La Pa-rete”), in e-book, su Amazon. Sarà acquistabile a meno di due euro, in italiano (lingua originale), anche dall’Italia ma sui siti Amazon.com, .uk, .de, .fr. L’Amazon.it non è ancora approdata al formato e-book. Da questa prima diffusione di massa e a prezzo ridotto, il mio libro si mette alla ricerca di un editore. Anche la versione in inglese è quasi pronta. A presto, stay hungry. Stay foolish. Stay human.
Siamo tutti Khaled