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“Caro libri”: La mozione bipartisan dopo trenta copisterie chiuse

Creato il 26 marzo 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Per anni gli studenti potevano contare sui libri “artigianali”, riproduzioni fedeli assai meno care dei testi originali. Ci si recava in una qualunque copisteria e dopo pochi minuti si usciva con una bella pila di cultura sotto l’ascella, rilegata “alla meno peggio”. Il risultato? Un esame dato e passato (come tutti gli altri).

IL BLITZ – Nel corso di una recente operazione di polizia municipale, circa trenta copisterie si sono viste costrette a chiudere la saracinesca. Il blitz delle forze dell’ordine ha ora scatenato il dibattito sul “caro libri” provocando non poche reazioni. Secondo i rappresentanti degli studenti di Palazzo Nuovo sarebbero 8mila i ragazzi che non possono permettersi l’acquisto di volumi originali. Questa copiosa fetta di popolazione universitaria sarebbe già “in ginocchio” dall’indisponibilità improvvisa degli esercizi.

MOZIONE BIPARTISAN – Viola Serraglio, presidente del Senato Accademico degli Studenti Indipendenti garantisce che non vi saranno forme di disobbedienza civile da parte degli universitari, ma spiega che attualmente – “Ogni testo oscilla da un minimo di venti euro ad un massimo di 250; si tratta di somme insostenibili”. A confermare il disagio i giovani di Obiettivo Studenti vicini a Giampiero Leo (PdL), concordi nel cercare una soluzione. Il sindaco Fassino sarebbe disponibile a promuovere un dibattito pubblico sul tema, presumibilmente a Biennale Democrazia; ad anticiparlo è Marco Grimaldi (Sel). Anche Davide Mattiello (neo deputato Pd) si mostra sensibile al problema e promette di intercedere con Roma per uno stanziamento di fondi per il diritto allo studio. Il Consigliere regionale Augusta Montaruli spiega  “La Regione deve impegnarsi presso gli Atenei affinché il diritto allo studio possa passare anche attraverso la divulgazione per mezzo internet ed in modalità mediatica.,” e precisa  ”In tal senso Fratelli d’Italia chiede un impegno all’Assessore Maccanti (Lega Nord) volto alla modernizzazione dello studio universitario affinché passi da feudalesimo e baronia all’età moderna”.

E gli studenti? A caldo, hanno pareri altalenanti. Alcuni universitari di Scienze Politiche sui social network sono decisi: “I libri dovrebbero costare di meno, non è accettabile che un libro costi 90 euro!”. Qualcuno mischia la critica con l’ironia  “E’ chiaramente cambiando un libro di testo all’anno e facendolo pagare 50 € (salvo poi doverne studiare 15 paragrafi irreperibili) che si fa girare l’economia” mentre qualcun altro ammette -“Hanno fatto bene è pur sempre illegale. Alla fin fine era nell’aria che prima o poi sarebbe successo”. Poi c’è chi onestamente precisa -“Io i soldi li ho sempre utilizzati prima di tutto per lo studio e le necessità per vivere” , mentre un altro intervistato afferma  “Se avessi dovuto comprare tutti i libri su cui ho studiato nuovi allora non mi sarei potuta permettere di fare l’università” , e infine “Sinceramente penso che se dovessi comprare tutti i libri originali pagherei più di quelli che di tassa universitaria… si commenta da sè!”.

Articolo di Emanuele Stalla e Matteo Rinaldi.

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