di Adriano Falanga. Ma perchè nessuno dice che la Fiat non è competitiva? Perchè nessuno dice che in America ha portato l’auto mediocre laddove da sempre esistevano solo auto di spessore mentre in Europa in un mercato mediocre la Fiat è la “più mediocre”? Ma cosa ha da spartire una Panda con una Matiz, una C1, una 107, una Yaris? E cosa si intende per “incentivi”? E cosa significa “investiremo solo quando la crisi sarà passata?” Investire è una scommessa, dall’esito incerto. Se decidi di investire con condizioni prestabilite e sicuramente a tuo vantaggio, non è più un investimento. La Fiat vende poco per due motivi. Il primo, interessa tutto il settore automobilistico, ed è la conseguenza dell’impossibilità di “mantenere” un’auto. Tasse, Rca, Benzina decisamente sproporzionati rispetto al valore e all’utilità dell’auto. Secondo motivo, la Fiat subisce la crisi come gli altri, ma la subisce di più perchè non ha un prodotto competitivo. E avere un prodotto competitivo non lo stabilisce Marchionne, ma il mercato. Ad ogni modo, il polverone Fiat scoperchia un problema serio che il Governo deve quanto prima affrontare: assenza di politiche industriali. La mentalità del banchiere è il “profitto a tutti i costi” e il banchiere non investe se non è certo del guadagno. Per rendere l’idea, la banca presta l’ombrello quando non piove e lo rivuole indietro quando c’è tempesta. L’imprenditore produce invece l’ombrello quando c’è sole con la speranza e l’azzardo che sia poi un inverno piovoso. Questo è un investimento, ed è questo ciò di cui ha bisogno la nostra industria. Inutile girarci intorno, le PMI e le partite Iva, vero motore economico italiano, non hanno mai chiesto fondi perduti o incentivi. A loro non servono, loro sanno rischiare. Chiedono, e da sempre, meno tasse affinchè resti più capitale in cassa. E maggiori garanzie di un libero mercato. La Fiat? Si adegui, è ora di lavorare, anche per loro.
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di Adriano Falanga. Ma perchè nessuno dice che la Fiat non è competitiva? Perchè nessuno dice che in America ha portato l’auto mediocre laddove da sempre esistevano solo auto di spessore mentre in Europa in un mercato mediocre la Fiat è la “più mediocre”? Ma cosa ha da spartire una Panda con una Matiz, una C1, una 107, una Yaris? E cosa si intende per “incentivi”? E cosa significa “investiremo solo quando la crisi sarà passata?” Investire è una scommessa, dall’esito incerto. Se decidi di investire con condizioni prestabilite e sicuramente a tuo vantaggio, non è più un investimento. La Fiat vende poco per due motivi. Il primo, interessa tutto il settore automobilistico, ed è la conseguenza dell’impossibilità di “mantenere” un’auto. Tasse, Rca, Benzina decisamente sproporzionati rispetto al valore e all’utilità dell’auto. Secondo motivo, la Fiat subisce la crisi come gli altri, ma la subisce di più perchè non ha un prodotto competitivo. E avere un prodotto competitivo non lo stabilisce Marchionne, ma il mercato. Ad ogni modo, il polverone Fiat scoperchia un problema serio che il Governo deve quanto prima affrontare: assenza di politiche industriali. La mentalità del banchiere è il “profitto a tutti i costi” e il banchiere non investe se non è certo del guadagno. Per rendere l’idea, la banca presta l’ombrello quando non piove e lo rivuole indietro quando c’è tempesta. L’imprenditore produce invece l’ombrello quando c’è sole con la speranza e l’azzardo che sia poi un inverno piovoso. Questo è un investimento, ed è questo ciò di cui ha bisogno la nostra industria. Inutile girarci intorno, le PMI e le partite Iva, vero motore economico italiano, non hanno mai chiesto fondi perduti o incentivi. A loro non servono, loro sanno rischiare. Chiedono, e da sempre, meno tasse affinchè resti più capitale in cassa. E maggiori garanzie di un libero mercato. La Fiat? Si adegui, è ora di lavorare, anche per loro.
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