NOVARA - Carolina Picchio si è suicidata buttandosi dal balcone di casa sua il 5 gennaio 2013. La 14enne di Novara decise di togliersi la vita dopo essere stata vittima di una violenza sessuale di gruppo, le cui immagini sono apparse su Facebook. Adesso, a quasi 8 mesi, la madre di Carolina, Cristina Zocca, ha dichiarato in una intervista alla CNN, che Facebook deve combattere in maniera decisa i casi di cyberbullismo.
“Non possiamo permetterci che ci siano altre Caroline,” ha detto la madre. “I social network devono essere responsabilizzati e devono trovare un modo per proteggere i minorenni.”
I magistrati piementosi hanno aperto due filoni di inchiesta. Il primo sta indagando su sei ragazzi, tutti minorenni. A cinque di loro è stata mossa l’accusa di “violenza sessuale di gruppo” mentre il sesto è indagato con l’accusa di aver diffuso materiale pedopornografico. La seconda inchiesta si sta incentrando sul ruolo di Facebook e sul fatto che nessuno degli oltre 2000 messaggi offensivi apparsi sull’account di Carolina dopo la divulgazione del video siano stati bloccati.
Secondo le amiche quello che portato Carolina a buttarsi dal balcone di casa a testa in giù è stata la pressione e gli abusi che ha dovuto subire. Il procuratore di Novara Francesco Salluzzo ha detto all CNN: “I commenti che Facebook non ha rimosso sono quelli che poi hanno portato al suicidio di Carolina.”
In una nota scritta Facebook ha detto: “Siamo molto rattristati dalla tragica morte di Carolina Picchio e i nostri cuori sono con lei, la sua famiglia e i suoi amici. Facebook rimuove i contenuti che reputa offensivi e che vanno contro il nostro Statement of Rights and Responsibilities per poi riportarli a chi di dovere.”