di Riccardo Cotumaccio
Quel 3-0 a tavolino, per qualcuno, fu più di un torto subito. Per Massimo Cellino fu un vero e proprio “film dell’orrore”, con protagonista il suo Cagliari. “È uno schiaffo troppo forte per me” – diceva - tanto da “ripensare al suo impegno per il club”. Oggi, quel trauma, si risolve nel più paradossale dei modi: la cessione di Radja Nainggolan alla Roma. Veicolata dai rispettivi ds – Walter Sabatini e Nicola Salerno – la trattativa è stata chiusa a Milano, dopo l’ok di Massimo Cellino. A spuntarla, ironia della sorte, proprio la Roma, nonostante l’interesse di Milan e Napoli. Perché? L’offerta, anzitutto: col giocatore si è trovato l’accordo su un pluriennale da 4 stagioni e mezza, fino al 30 giugno del 2018, con ingaggio da 1 milione e 600 mila più bonus. Defilato Galliani (“non è un’asta, andrà alla Roma”), anche Bigon tentenna. A scegliere la Roma, con ogni probabilità, è stato il giocatore. Eppure – come sottolinea Ugo Trani, del Messaggero – è l’ottimo rapporto tra il ds romanista ed Alessandro Beltrami – procuratore di Nainggolan - a spianare la strada del belga verso la Capitale. «Sì, la Roma è la squadra che volevo», dice Nainggolan. Però, ad onor del vero, gran parte del merito va a Walter Sabatini. Anche grazie a lui, in fin dei conti, tra Roma e Cagliari pace è stata fatta.