Caso Barilla: impazza la rete.

Creato il 28 settembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

© Olga Furchì 2013

Guido Barilla, presidente dell’omonima azienda di Parma, ha scatenato un polverone a causa della sua intervista a “La Zanzara” su Radio24, tenutasi mercoledì sera. Il motivo? L’aperta riluttanza a fare una campagna pubblicitaria che avesse come protagonisti una famiglia composta da omosessuali. Dopo aver risposto all’intervistatore Giuseppe Cruciani con un perentorio «Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale», ha continuato nel suo monologo sostenendo che non lo farà «non per mancanza di rispetto, ma perché non la penso come loro. La nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale». L’intervistatore, sconcertato da tale risposta, ha continuato ad incalzare il numero uno di casa Barilla, dicendogli che anche i gay mangiano la loro pasta. La risposta del signor Barilla è stata categorica: «va bene, se a loro piace la nostra pasta e la nostra comunicazione la mangino, altrimenti mangeranno un’altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti.»
Immediate sono arrivate le risposte dalla rete: indignazione e sconcerto. Su Twitter ha preso piede l’hastag #boicottabarilla diventando in poco tempo internazionale, con la sua versione in inglese. A promuoverlo è stato il presidente dell’associazione Equality Italia, Aurelio Mancuso, che ha raccolto l’invito di non mangiare più la pasta Barilla e ha rilanciato appunto con il boicottaggio di tutti i prodotti della casa. Internet ha continuato la sua protesta con satiriche vignette in cui anche i simboli del fascismo vengono avvicinati al marchio in questione.
Il Popolo della Libertà non ha esitato a difendere l’imprenditore. Il partito sostiene che ormai al giorno d’oggi ci voglia coraggio a difendere una famiglia formata da un uomo e una donna. Nel mentre però Guido Barilla, resosi ormai conto probabilmente del danno d’immagine recato alla sua azienda, ha fatto marcia indietro, chiedendo pubblicamente scusa. Ha sottolineato che il suo intervento voleva semplicemente porre come centrale il ruolo della donna nella famiglia.


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