Torino- E’ ormai trascorso un anno da quel tragico 21 marzo che ha visto Alberto Musy vittima di un attentato. Negli ultimi mesi le indagini si sono sviluppate, conducendo la polizia ad individuare nel faccendiere torinese, Francesco Furchì, il possibile attentatore e, per ora, unico sospettato. L’uomo, in carcere dal 29 gennaio, si è sempre dichiarato innocente e alle domande degli inquirenti ha preferito non rispondere.
Ma il “caso Musy” sembra essere giunto ad un punto di svolta: infatti, la procura di Torino ha ottenuto il giudizio immediato per Furchì, che andrà sotto processo l’8 maggio. La decisione è stata presa dal gip Massimo Scarabello.
Se la triste vicenda si avvia verso la sua conclusione, almeno dal punto di vista giudiziario le condizione del consigliere rimangono immutate: Musy è ancora in coma. Ieri sera, ad un anno dall’attentato, è stata celebrata una messa da mons. Cesare Nosiglia, al Santuario della Consolata, per pregare per la sua guarigione.
Articolo di Giulia Bonaudi.
Alberto Musy durante l’intervista rilasciata a Retrò Online