“Ci sono guerre che non hanno tregua, eroi senza fanfare. Caterina è una di questi: una veterana di diciassette anni, che comincia la lotta ogni mattina, entrando nella tortura dei vestiti. Perché Caterina è obesa, e l’unica normalità che conosce è tra le mura di casa, in una famiglia di obesi. La sua identità scompare a contatto con il resto del mondo, perché fuori l’unico modo di sopravvivere è diventare Cate, la supereroina ferocemente autoironica il cui potere è quello di “essere il paragone che salva”: nessuna è più brutta, più grassa o più sola di lei. Caterina va a testa alta per il mondo ostile: attraversa le selve dei soprannomi, si veste del desiderio di essere invisibile, rifiuta la pietà degli altri. Il suo posto nel mondo è gravato dalla sproporzione, ma la sua scialuppa di salvataggio è l’intelligenza, la sua arma il sarcasmo con cui anticipa su di sé il giudizio degli altri per anestetizzarlo prima che colpisca duro. Matteo Cellini entra a gamba tesa nella vita di Caterina, e senza sconti ci racconta la sua guerra. Lo fa talmente bene che non è la pietà per Cate quella che ci rimane, ma è il rispetto. Rispetto per questa eroina condannata al fuori misura, e rispetto per un autore che la misura – letteraria – invece la conosce bene, con un racconto durissimo e lieve, implosivamente normale e ferocissimamente pieno di tenerezza.” (Alessandra Casella)
Ci sono tanti “numeri primi”, tante solitudini. Quella di Cate indossa la taglia XXXL CATE, IO è il romanzo d’esordio di Matteo Cellini, trentaquattrenne insegnante di lettere di una scuola media delle Marche, un addetto ai lavori, dunque, che il mondo dei “ragazzi” lo conosce dall’interno, nel quotidiano. In questo suo primo libro ci racconta la storia di Caterina, diciassettenne obesa che ogni giorno deve intraprendere una sua personale battaglia per affrontare il mondo esterno e rapportarsi con gli altri. La sua vita si divide tra liceo e famiglia, come quella di una diciassettenne qualsiasi anche se la sua, di vita, si divide tra “persone” e “non-persone”, a seconda della taglia. Caterina è una “non-persona” che fa uno sforzo sovrumano ogni volta che esce di casa e per farlo si illude di essere una supereroina: “Cater-pillar”, “Super-Cate”, “Cate-ciccia”; una tutina stretta su un corpo enorme, ingombrante e ridicolo è la cifra distintiva della sua diversità. Due persone tentano di forzare la solitudine di Caterina: la sua professoressa d’italiano, amica e complice nell’amore per la letteratura, e Anna, compagna di classe a cui Cate ha impietosamente rifilato il nomignolo “annoievole”. Ma c’è dell’altro a terrorizzare Caterina: l’imminente 17 dicembre, giorno del suo diciottesimo compleanno, simbolico giro di boa e passaggio dalla gabbia confortevole della famiglia a un’emancipazione bramata e insieme spaventosa. Un romanzo pregno di verità. Schietto, diretto e toccante, in particolare nella descrizione del tentato suicidio della protagonista.Magazine Cultura
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