In Italia l’Ordine dei Cavalieri Teutonici non è conosciuto quanto l’Ordine dei Templari o quello degli Ospitalieri poichè ha operato prevalentemente sulle coste del Mar Baltico, ma fra i tre è forse quello che ha portato un maggiore cambiamento nell’Europa medievale.
Si racconta che, come molti altri ordini religiosi di quell’epoca, sia stato fondato all’inizio del XII secolo d.C., nel periodo immediatamente successivo alla Prima Crociata, come organizzazione atta a proteggere e a dare ospitalità ai pellegrini che viaggiavano verso l’appena conquistata Terra Santa. L’Ordine rimane piuttosto piccolo e sconosciuto fino alla caduta di Gerusalemme nel 1187 e alla Terza Crociata: il fallimento di quello che potremmo chiamare il “dream team” dell’epoca, composto da Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra, e Filippo II, re di Francia, costringe tutti gli ordini cavallereschi cristiani a ritirarsi in Europa.
L’Ordine Teutonico, ora ufficialmente riconosciuto da Papa Clemente III, trova ospitalità presso il Re d’Ungheria, Andrea II, e per lui combatte in Transilvania i Cumani, popolazione pagana che spesso dava problemi in quelle aree. Il fervore dei cavalieri teutonici e la loro abilità in battaglia li porta a diventare piuttosto influenti, tanto da chiedere al papa di poter agire direttamente sotto la sua autorità, e non sotto quella del Re d’Ungheria. Questo fatto allarma Andrea II, che decide di bandire l’Ordine dal regno e di affrontare di persona i problemi sul confine.
Nel 1226 la loro ricerca di un territorio dove stabilirsi trova una risposta nella figura di Corrado I, Duca di Masovia e successivamente Granduca di Polonia, che richiede i loro servigi per porre fine al conflitto che sta affrontando in quel momento con le popolazioni pagane in Prussia. L’Imperatore Federico II garantisce all’Ordine il permesso di sradicare il paganesimo da quelle terre e di tenerle per loro in caso di successo. In questo modo nel giro di cinquant’anni i cavalieri teutonici annegano nel sangue le rivolte dei Prussiani, costringendo la popolazione locale a farsi battezzare e trucidando tutti gli oppositori, e ottengono finalmente dei territori in cui stabilirsi.
Viene dunque fondato lo Stato Monastico dei Cavalieri Teutonici sotto l’egida del papa e dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, base operativa da cui partirà la spedizione di conquista e conversione conosciuta col nome di Crociata del Nord. Vengono erette numerose città in questo periodo e si racconta addirittura di una battaglia fra Polacchi e Mongoli (il cui impero, al suo culmine, arrivava fino alle porte della Polonia e dell’Ungheria) in cui i cavalieri teutonici affrontano i nomadi invasori provenienti dalle steppe dell’Asia. La Crociata del Nord porta l’Ordine a invadere i territori pagani della Livonia (attuali Lettonia ed Estonia) e a cristianizzarli a colpi di mazza ferrata e spada. Le coste orientali del Mar Baltico, rimaste immuni alle influenze cristiane, sono abitate dai pagani più incorruttibili, pronti anche a dare la vita pur di non essere convertiti. Ed è proprio ciò che accade: la questione si conclude in un bagno di sangue, l’unico modo di portare quei territori sotto l’influenza della Chiesa di Roma.
L’inarrestabile avanzata dei cavalieri teutonici si arresta nel 1242 per una disastrosa sconfitta sul Lago Peipus, conosciuta come la “Battaglia sul Ghiaccio”. L’Ordine si spinge un po’ troppo oltre il confine, nell’area di influenza della Repubblica di Novgorod, uno dei principati dei Rus di religione cristiana ortodossa, nella speranza che fosse indebolito dai recenti conflitti con la Svezia e con i Mongoli. In effetti così è, ma il Principe Aleksander Nevski, protettore di quelle terre, decide di affrontarli comunque una volta per tutte. Il principe, conscio delle doti militari dei teutonici, sceglie di sfruttare la conoscenza del territorio a suo vantaggio: porta il nemico allo scontro su un lago ghiacciato ricoperto di neve. I cavalieri teutonici in arcione, provocati dagli avversari, caricano, ma appesantiti da cavalli e corazze rompono il ghiaccio sotto la neve e annegano nel gelido lago.
Viene così troncato il ramo settentrionale della Crociata, la quale però continua, questa volta verso oriente, contro il Ducato di Lituania. La guerra contro la Lituania è lunghissima ed estremamente sanguinosa. Il poeta asturiano Peter Suchenwirt descrive così le scene a cui ha assistito di persona:
Donne e bambini furon presi prigionieri;
Che allegro miscuglio si poteva vedere:
Si scorgeva più d’una donna,
Legati al suo corpo due infanti,
Uno dietro e uno davanti;
Su di un cavallo senza speroni
Scalzi hanno cavalcato fin qui;
I pagani sono stati generati per soffrire:
Molti sono stati catturati e in tutti i casi,
Erano legate insiem le loro mani
Venivan condotti via, Tutti legati —
Proprio come cani da caccia.
Per quanto la resistenza lituana sia stata feroce, non fu sufficiente per arrestare la crociata. Tuttavia ancora oggi il ricordo di questa caparbietà è per i Lituani motivo di vanto e, anche se ufficialmente la loro religione è quella cristiana, in Lituania e negli altri Paesi Baltici si possono trovare fortissime influenze pagane, soprattutto nelle zone meno urbanizzate e nelle vaste foreste di conifere.
Nel primo decennio del XVI secolo l’Ordine affronta un conflitto contro lo scomodo vicino polacco: il Duca Władysław I reclama il suo diritto sul ducato di Pomerelia, ma i cavalieri teutonici glielo negano e dopo una cruenta serie di battaglie occupano anche la città di Danzica, stabilendo la loro sede nella vicina Marienburg. Il timore che ha in questi anni l’Ordine, cioè di subire lo stesso trattamento che riservato ai Cavalieri Templari nel 1307 in Francia, non si avvera, anzi, questo è il momento del loro apogeo. Il loro prestigio in Europa diventa tanto grande che il Re di Svezia cede loro l’isola di Gotland affinché scaccino i pirati che salassano i commerci del Mar Baltico. Verso la fine del secolo i territori sotto la loro influenza vanno dalla Pomerelia, sul confine con il Sacro Romano Impero, all’Estonia.
Il matrimonio fra le casate regnanti in Lituania e in Polonia nel 1386, con conseguente cristianizzazione ufficiale della Lituania, si configura come una pericolosa ombra sui cavalieri teutonici. Un ventennio più tardi una coalizione fra i due popoli affronta e sconfigge l’Ordine nella battaglia di Grunwald, dove muoiono quasi tutti i dignitari più importanti, incluso il Gran Maestro. Inizia così un lento declino che culmina nel 1454 con la Guerra dei Tredici Anni, nella quale vengono persi tutti i territori in Prussia. In Livonia i cavalieri teutonici terranno il potere fino alla metà del XVI secolo, quando il Maestro Kettler secolarizzerà i territori fondando il Ducato di Curlandia, anch’esso sotto l’autorità della Polonia-Lituania. L’Ordine poi rimane nell’ombra fino al 1809, quando Napoleone Bonaparte conquista i loro ultimi territori in Germania e lo abolisce. Tuttavia nel 1929 esso viene riaperto come ordine canonicale, ritornando alla sua funzione originaria di dare aiuto e beneficenza ai bisognosi.
È quasi ironica questa parabola che i cavalieri teutonici hanno seguito nella corso della loro storia: nati come piccolo ordine atto ad aiutare i pellegrini, più il loro prestigio è incrementato più la loro fama di invincibili guerrieri sanguinari è cresciuta, fino ad arrivare all’apice che li ha visti conquistatori dell’Europa nord-orientale. Poi, sconfitta dopo sconfitta, sono tornati alle loro origini. Le brutalità che essi hanno inferto agli ultimi popoli pagani vanno ricordate, ma senza di loro la conversione al Cristianesimo in quelle zone sarebbe potuta avvenire molto più tardi e con chissà quali altri conflitti. A loro si deve, inoltre, la fondazione di diverse fiorenti città sul Mar Baltico, fra le quali Riga, attuale capitale della Lettonia.
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