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Cavoli fioriti a Partinico

Creato il 01 giugno 2012 da Casarrubea
Cavoli ornamentaliA quanto pare il nostro beneamato sindaco, che finora ha goduto della fama di essere uno che mantiene la parola, ha dato una bella sterzata alla direzione di marcia dello zero assoluto verso cui i suoi assessori l’hanno diretto e se ne è venuto fuori con un bel proposito. Date le premesse alle quali i partinicesi sono abituati, nessuno l’avrebbe immaginato.E cioè trasformare questo nostro vecchio centro agricolo in una sorta di gigantesca fioriera. Con fiori e piante ornamentali, che siamo abituati ad apprezzare nelle cartoline illustrate di paesi turistici come Sanremo, saggiamente distribuiti nel suo arredo urbano, tra i tesori monumentali che l’Amministrazione del comune ha saputo valorizzare.Pare, infatti, che ci siano, negli armadi degli uffici turistici del palazzo di città, resi inaccessibili come sacrari o archivi di rarità, progetti segreti volti a dare agli sparuti avventori delle nostre parti, guide e mappe sempre più aggiornate per la migliore conoscenza di cosa sia stato questo nostro paese, e del patrimonio monumentale che ci hanno lasciato i nostri antenati. Tutti beni ampiamente valorizzati e accuratamente portati a conoscenza di questi sconosciuti protagonisti del turismo alternativo. Perciò ci sta bene riempire il paese di aiuole e di fiori esotici o nostrani, perché bene si abbinano allo spettacolo del patrimonio urbanistico da sempre salvaguardato dai nostri bravi amministratori. Da quelli che decisero di stendere un manto di asfalto sulle vie lastricate e acciottolate del centro storico con le sue piazze contadine e i suoi edifici caratteristici (le case tipiche del mondo rurale e della borghesia agricola), fino a quelli che in modo più misterioso ne decretarono l’improvvisa e notturna cancellazione dalle mappe urbane e suburbane.Di questo amore storico è testimone la villa Margherita degredata al rango infimo di ospizio all’aperto per tre o quattro vecchi che hanno preso l’abitudine di andarci a giocare a carte o di prendersi una boccata di ossigeno, quando la signora lady alcool decide non mettere in funzione la sua bella canna fumaria. A tale proposito si vocifera, anzi, di un accordo sottoscritto tra la nobildonna imprenditrice e questa fantastica amministrazione comunale, per delocalizzare l’industria insalubre di prima classe. Il terreno da adibire a tale scopo, però, si dice, appartenga alla stessa signora. Se per tale generoso gesto l’imprenditrice non percepisce alcun euro le siamo tutti grati già da ora. Ma c’è un piccolo sospetto. E cioè che l’attuale piano regolatore, varato ai tempi di quella povera sindachessa che risponde al nome di Gigia Cannizzo, prevede già dei terreni destinati alle industrie della fattispecie. Allora che facciamo? Le cose alla partinicota?Chi vive in questa antica contea di Partinico (analoga solo a quella dei principi di Modica), sa che potrebbe succedere il miracolo che proprio i partinicesi siano esantati, per un antico privilegio di Ruggero II il Normanno, dal rispettare lo strumento urbanistico. O che, peggio, ne facciano un altro alla bisogna. Ad usum delphini. O no?Ora i partinicesi sanno benissimo che in città non c’è spazio pubblico che non sia stato adibito a verde o a fioriera. Tranne le eccezioni che non confermano la regola, almeno dalle nostre parti. Come nel caso di largo Ascone, dove si nota uno strano spazio transennato proprio nei punti in cui poteva nascere una aiuola. Uno spettacolo molto gradevole. Chi passa vede il nulla recintato. Qui tutto può occadere.Ora ditemi voi se Partinico può essere il paese dei fiori anziché quello con il più alto tasso di pazzi. Meglio affidarsi al vecchio proverbio: “Cavolo vecchio e cavolo fiorito, quello che gli hai fatto lo hai già perduto”.GC

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