Sabato 23 Febbraio 2013 20:36 Scritto da Martilla
Il bosco è una distesa di viola e lilla su un prato verdissimo e soffice.
Nel cielo terso e senza nuvole il sole splende e riscalda la vita.
Celestino Mingherlino ne approfitta per uscire all’aria aperta e fare le sue consuete camminate, stavolta munito di cestino da pic- nic pieno di ogni prelibatezza.
Giovanna la fornaia ha preparato per lui due morbidi panini farciti. Piero il lattaio gli ha consigliato un pecorino saporito, e il macellaio Giorgio gli ha tenuto da parte un certo salsicciotto..
Celestino sceglie una bottiglia di succo di mele e una di sidro ed è pronto a uscire.
A passo svelto si dirige in paese a prendere il suo amico Luciano, pigro e dormiglione.
- Chissà se si è svegliato..- si domanda dubbioso Celestino.
Luciano è un signore alto e panciuto, dall’aria mite e ingenua, molto distratto e anche un po’ smemorato.
Ma soprattutto pigro.
Celestino sostiene che gli faccia male poltrire in casa tutto il giorno a leggere il giornale:- Alla tua età fa bene un po’ di sano movimento, guarda come sei diventato grasso!
E guarda me, invece, che bel figurino!- lo prende in giro Celestino.
- Ah, lo so, lo so, hai ragione, ma sono così pigro! E ultimamente mi sento anche un po’ triste..-
- E come mai?- domanda Celestino.
- Ma, sai, la vecchiaia….- risponde mogio Luciano.
- Tutte storie! Vieni con me, che mi son portato un buon pranzetto..-
I due amici si incamminano verso il bosco a respirare un po’ d’aria pulita, e intanto l’umore di Luciano sembra notevolmente migliorato. Il sole è alto e picchia. È quasi ora di pranzo.
I due scorgono una radura e decidono di fermarsi poco prima, all’ombra di un grande albero.
Celestino stende un ampio telo sull’erba e si siede.
Luciano si sistema appoggiato al tronco e tira fuori dalla sua borsa di tela una borraccia e del pane di segale. Poi ci pensa un po’ su e apre anche un vasetto di marmellata che spalma assieme a un formaggio morbido su una fetta di pane.
Poi è la volta di un frutto fresco e di una fetta di ciambella.
Celestino, dal canto suo, ha una fame da lupo.
Addenta il primo panino, farcito con pomodoro e mozzarella.
Assaggia un pezzo di formaggio. Attacca il salsicciotto. Beve un sorso di sidro.
Luciano sceglie il succo di mele.
- Che mangiata!- esclama Luciano alla fine del pranzo- e dire che poco fa mi hai dato del grasso..-
Sono quasi le due.
- Sai, Luciano, secondo me sei triste perché ti senti solo. Non hai mai pensato di prenderti un animale? Un gatto, magari-
- Lo sai che sono allergico-
- Allora un cane!-
- Per carità! Pigro come sono, non ce la farei a portarlo a spasso tutti i giorni..-
“Beh, sarebbe un buon motivo per ringalluzzirsi”, pensa Celestino, ma non lo dice.
Ora della pennichella.
Celestino Mingherlino si assopisce al fresco del sottobosco, mentre Luciano sfoglia un quotidiano.
Ronf, ronf, ronf!
“Ma senti come russa Celestino, fa tanto il gradasso e invece è crollato come una pera!” pensa divertito Luciano. Sta quasi per addormentarsi anche lui, quando un esserino strisciante richiama la sua attenzione dalla punta della sua scarpa.
- Ehi! Ehi, signore!-
“Perbacco, ma sto sognando?” pensa Luciano. E si dà un pizzicotto.
- Ehi, sono qui, di fronte a lei! Sulla scarpa..-
- Ah, lo vedo, lo vedo, ma.. Ma.. Lei chi è? Anzi: cos’è?-
- Come cosa sono? Sono una chiocciola, non vede? Non mi aveva riconosciuta?!Guardi che mi offendo, sa?-
- Oh no, non si arrabbi, è che vede, non mi capita tutti i giorni di parlare con una lumaca..-
- Non lumaca. Chiocciola-
- Ma non è la stessa cosa?-
- Beh, non proprio. Anzi, sì, ma chiocciola è più simpatico. Mi chiamo Cecilia, e sono di passaggio. Lei chi è?-
- Lu.. Luciano..-
- Molto bene, Luciano, lei è forse un agente immobiliare?-
- Veramente no. Sono un ferroviere in pensione-
- E il suo amico che sonnecchia, invece, è un agente immobiliare?-
- Oh, non direi. È, anzi, era un maestro elementare. Ma ha fatto anche il giocattolaio, l’autista, l’artigiano, il cuoco, il..-
- E non l’agente immobiliare?-
- Direi proprio di no..-
- Ecco, lo sapevo, un altro giro a vuoto, lo sapevo, lo sapevo!- esclama disperata la chiocciola Cecilia.
E scoppia in singhiozzi.
- Su,su, non faccia così- tenta di consolarla Luciano, imbarazzato- gradirebbe del sidro? Del succo di mele? Della marmellata?-
- No, no e poi no! Io voglio una casa!-
- Una casa?! Mi perdoni, ma.. La casa non se la porta sulla groppa? Altrimenti non sarebbe una lum.. Ehm, una chiocciola. Mi sbaglio? Guardi, mi dispiace ma né io né il mio amico siamo agenti immobiliari. Se crede, però, c’è un’agenzia poco oltre il paese..-
- E secondo lei come faccio io ad arrivarci, oltre il paese? La fa facile, lei, che è grande e grosso! Povera me, povera me..-
Con tutto quel baccano Celestino si sveglia e rimane molto sorpreso nel vedere Luciano, di solito timido e impacciato, in un’animata conversazione con una lumachina.
Dopo aver saputo tutta la storia, Celestino si offre gentilmente di accompagnare Cecilia fino al paese, all’agenzia immobiliare, per scegliere una casa.
- Vedete, non sono più giovanissima. E noi chiocciole, già lente per natura, da vecchie lo siamo ancora di più. Pensi che sono in viaggio da una settimana. E ho solo attraversato la radura!
Ormai per me è diventato così difficile, trasportare la mia casina sulle spalle. È talmente pesante!
Vorrei trovare una casa vera, di quelle fisse, capite? Così potrei togliermi il guscio indisturbata, e riposarmi un po’ in poltrona..
Gli affitti però sono così alti! La mia pensione non è un granché, facevo la seggiolaia..-
Celestino è meditabondo. Ha la tipica espressione di quando gli sta per venire in mente una delle sue trovate geniali.
Infatti salta su: - Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?-
- Cosa ti è venuto in mente?- domanda Luciano, con uno strano presentimento.
- Ho un’idea fantastica: tu sei triste e ti senti solo, giusto?-
-Ma.. Veramente..-
- Allora ho pensato:perché non ospiti Cecilia a casa tua ? Per un periodo di prova. Se andate d’accordo tanto meglio, se litigate penseremo a un’altra soluzione. Intanto Cecilia si riposa e può togliersi il guscio!-
- Eh, sì, ha proprio ragione- gongola Cecilia- e poi non occupo mica tanto spazio..-
- Ma io.. Ma io.. Ho le mie abitudini e..-
- Suvvia, signor Luciano..- lo supplica Cecilia.
- Va bene, ve bene, proviamo..- acconsente Luciano. E in fondo non gli dispiace affatto.
Una volta a casa, Celestino e Luciano pensano a una sistemazione comoda per la chiocciola Cecilia, che sia discreta e protetta, ma che le permetta anche di prendere il sole e gironzolare un po’.
La vasca da bagno? Decisamente no.
La credenza? Troppo buia.
Il tavolo del salotto? Troppo esposto.
La lavatrice? Ma siamo matti!
- Potremmo posizionarla tra i cuscini del divano..- propone Luciano, timidamente.
- Scherzi? E se poi la schiacci?-
- Trovata! È perfetta!- esclama Cecilia, euforica.
Celestino e Luciano si guardano intorno con aria interrogativa.
- Sono qui! Ai vostri piedi!-
-Oh, perfetto, brava Cecilia!- applaude Celestino.
- Ma quella è la mia pantofola!- esclama Luciano.
- E allora?- chiede Celestino con finta noncuranza e malcelato divertimento.
- E io come faccio?-
- E che sarà mai, ne compri un paio nuovo, no?-
La chiocciola Cecilia si è stabilmente trasferita nella comoda pantofola a quadri di Luciano.
Celestino è proprio soddisfatto della sua quotidiana buona azione.
E Luciano, sotto sotto, è molto contento di avere un’inquilina: non è più il vecchietto ciccione e pigro, ma scattante e arzillo e soprattutto, grazie a Cecilia, un grande consumatore di lattuga…