- 1 lt di latte
- 200 gr di zucchero
- 75 gr di amido
- cannella q.b.
- 70 gr di pistacchi o 1 biscotto integrale
- scorza di limone
Sarà perchè ho vissuto a Torino 14 anni e ne sono affettivamente parlando ancora molto legata: ho dei ricordi bellissimi di un ambiente che molti non conoscono o che non ti raccontano e il “sentito dire” non dice mai tutto il vero, sarà perchè l’iniziativa mi ha molto divertita, sarà perchè mi piace sempre fare qualcosa di nuovo…e sono qua a dare il mio contributo all’iniziativa di Antonella Bentivoglio d’Afflitto, direttore creativo di The Kitchen of Fashion con la sua Cena in bianco a Torino.
Da questa Mariachiara di The Chef is on the table ha dato vita a questo foodblogger-flashmob con rigorasamente tema in bianco per accompagnare, quali foodblogger, l’evento di Torino; sono di Roma e mi sarebbe stato complicato essere a Torino per l’evento, ma se qualcuno vuole prendere parte alla cena può inviare una mail a [email protected]. per avere tutte le info dettagliate.
Versate nel boccale del bimby tutti gli ingredienti tranne il biscotto o i pistacchi: latte, zucchero ed amido: mescola 20 sec/vel 5;
cuocete a 100°/vel 3/12 minuti o sino a quando bolle; lasciatelo appena stiepidire quindi unite il biscotto tritato grossolanamente e mandate a velocità 3 per 10 secondi per emulsionare il tutto.
Travasate ora il composto negli stampiti e poneteli in frigorifero per almeno un paio d’ore; al momento di portare in tavola spolverizzate con poca cannella in polvere – se vi piace, ma vi assicuro che si sposa benissimo – e decorate con le bucce di limone tagliate a listarelle sottili sottili. Il latte è tradizionalmente l’ingrediente base della prima colazione unito a torte, biscotti, pane etc inzuppati nella tazza; va ricordato che ha anche una buona capacità dissetante se vi piace – a me no ; è spesso e volentieri ingrediente base per la preparazione di moltissimi piatti in cucina da salati a dolci: la besciamelle, il purè i primi o appunto il biancomangiare fra i secondi.
Ho abbinato a questo dolce il Picolit, quello che Veronelli, durante una sua degustazione definì ” Fermo e aristocratico; ha nerbo deciso e stoffa alta, che si compiace sino a coda di pavone; grandissimo vino, vino “da meditazione” . Sulla sua denominazione esistono due diverse teorie: così chiamato data la scarsa produzione dei suoi acini, l’una, data la ridotta dimensione dei suoi acini, secondo l’altra.
Prodotto in Friuli è caratterizzato da un colore giallo dorato, intenso e quasi ambrato; sprigiona profumo di frutta: dalla pesca, alla mandorla e all’albicocca matura; al gusto si palpano i profumi già percepiti uniti ad un gusto di miele e fichi.
Quello in purezza è raro e la mia bottiglia mi è stata omaggiata da chi lo produce direttamente e attento a non “tagliarlo” con altri uvaggi. Una chicca insomma