Vedere l’ultima trasposizione cinematografica
di Cenerentola dopo aver visto l’ennesima replica in TV di Pretty Woman è sicuramente puro masochismo.
Con un franchise iniziato nel 1996, con La Carica dei 101, quando Glenn Close diede il volto alla mitica
Crudelia Demon dell’omonimo cartoon del ‘61 nel primo film prodotto dalla
stessa Walt Disney, quello dei live-action è diventato un vero e proprio
fenomeno cinematografico soltanto a partire dal 2010 con Alice in Wonderland del visionario Tim Burton, e un camaleontico Johnny
Depp nei panni del Cappellaio Matto. Da allora sono stati tanti i
film-evento che hanno dato anima, e soprattutto corpo, ai disegni delle favole
Disney: dall’attesissimo Maleficent
con una straordinaria Angelina Jolie
nelle vesti della strega Malefica, all’ultimo, Cenerentola, e se il 3D non è
più una componente necessaria per garantirne il successo al botteghino, sono
sempre più spesso invece i ruoli delle cattive quelli più ambiti e che
maggiormente attirano l’attenzione. Julia
Roberts, Charlize Theron, Meryl Streep sono solo alcuni dei volti
da Oscar che si sono trasformati in vere e proprie icone viventi del cinema
contemporaneo, interpretando le versioni in carne ed ossa delle perfide dei
cartoni animati. Ultima ad aggiungersi a questo parterre di streghe da Oscar, è
Cate Blanchett, che di statuette ne
ha vinte tre, nell’ultimo live-action della casa di Topolino, dedicato a la favola
delle favole, Cenerentola o meglio,
per citare proprio Pretty Woman, “quella gran cu*o di Cenerentola”.
A metà strada tra la versione fiabesca ed una
reale, il film della Disney pare non saper bene che strada prendere, e se qui
topolini, cani, gatti e oche qui non parlano, hanno ugualmente quell’arguzia di
aiutare la loro scialba beniamina, interpretata da Lily James, nota al pubblico italiano per il suo ruolo di Lady Rose
nel serial Downton Abbey, che trova
nel volto di Helena Bonham Carter la
sua magica e un po’ pasticciona fata madrina.
Se il cartone animato Disney del 1950 trova l’epilogo
nel ballo di corte, il film va oltre e, dopo il fatidico incontro ufficiale con
il Principe (Richard Madden, volto
del serial Il Trono di Spade), aggiunge
un tono parodistico alla prova della scarpetta. Il film tuttavia non decolla, e
se Maleficent lo scorso anno ambiva almeno a dare una nuova lettura (anche qui
poco riuscita) alla favola de La Bella
Addormentata nel bosco, Cenerentola invece risulta molto più favolistico,
poco credibile e a tratti sciocco.
Persino l’omonima fiction RAI con Vanessa Hessler del 2011 era meglio, e
aveva almeno il pregio di un bel main theme originale (When will you see), che
accompagnava le scene cruciali.
Ad oggi la trasposizione migliore, benché
romanzata, resta Leggenda di un Amore,
film del 1998 con Drew Barrymore e una
straordinaria Anjelica Huston nel
ruolo di matrigna cattiva.
Magazine Gossip
Cenerentola? Meglio “Leggenda di un Amore”
Creato il 28 marzo 2015 da Marianocervone @marianocervone
Vedere l’ultima trasposizione cinematografica
di Cenerentola dopo aver visto l’ennesima replica in TV di Pretty Woman è sicuramente puro masochismo.
Con un franchise iniziato nel 1996, con La Carica dei 101, quando Glenn Close diede il volto alla mitica
Crudelia Demon dell’omonimo cartoon del ‘61 nel primo film prodotto dalla
stessa Walt Disney, quello dei live-action è diventato un vero e proprio
fenomeno cinematografico soltanto a partire dal 2010 con Alice in Wonderland del visionario Tim Burton, e un camaleontico Johnny
Depp nei panni del Cappellaio Matto. Da allora sono stati tanti i
film-evento che hanno dato anima, e soprattutto corpo, ai disegni delle favole
Disney: dall’attesissimo Maleficent
con una straordinaria Angelina Jolie
nelle vesti della strega Malefica, all’ultimo, Cenerentola, e se il 3D non è
più una componente necessaria per garantirne il successo al botteghino, sono
sempre più spesso invece i ruoli delle cattive quelli più ambiti e che
maggiormente attirano l’attenzione. Julia
Roberts, Charlize Theron, Meryl Streep sono solo alcuni dei volti
da Oscar che si sono trasformati in vere e proprie icone viventi del cinema
contemporaneo, interpretando le versioni in carne ed ossa delle perfide dei
cartoni animati. Ultima ad aggiungersi a questo parterre di streghe da Oscar, è
Cate Blanchett, che di statuette ne
ha vinte tre, nell’ultimo live-action della casa di Topolino, dedicato a la favola
delle favole, Cenerentola o meglio,
per citare proprio Pretty Woman, “quella gran cu*o di Cenerentola”.
A metà strada tra la versione fiabesca ed una
reale, il film della Disney pare non saper bene che strada prendere, e se qui
topolini, cani, gatti e oche qui non parlano, hanno ugualmente quell’arguzia di
aiutare la loro scialba beniamina, interpretata da Lily James, nota al pubblico italiano per il suo ruolo di Lady Rose
nel serial Downton Abbey, che trova
nel volto di Helena Bonham Carter la
sua magica e un po’ pasticciona fata madrina.
Se il cartone animato Disney del 1950 trova l’epilogo
nel ballo di corte, il film va oltre e, dopo il fatidico incontro ufficiale con
il Principe (Richard Madden, volto
del serial Il Trono di Spade), aggiunge
un tono parodistico alla prova della scarpetta. Il film tuttavia non decolla, e
se Maleficent lo scorso anno ambiva almeno a dare una nuova lettura (anche qui
poco riuscita) alla favola de La Bella
Addormentata nel bosco, Cenerentola invece risulta molto più favolistico,
poco credibile e a tratti sciocco.
Persino l’omonima fiction RAI con Vanessa Hessler del 2011 era meglio, e
aveva almeno il pregio di un bel main theme originale (When will you see), che
accompagnava le scene cruciali.
Ad oggi la trasposizione migliore, benché
romanzata, resta Leggenda di un Amore,
film del 1998 con Drew Barrymore e una
straordinaria Anjelica Huston nel
ruolo di matrigna cattiva.
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