Il fatto è che la questione non dovrebbe interessare solo i cittadini di Torre San Patrizio ma anche quelli di Montegranaro e Monte Urano che avranno la centrale praticamente al confine. Infatti essa sorgerà nella zona San Pietro, in linea d’aria a pochi metri da Montegranaro e Monte Urano, sulla collina di fianco alla mezzina in direzione Fermo. Una centrale di questo tipo, che prevede anche l’attivazione di un centro di compostaggio, produce enormi quantità di biossido di carbonio e, soprattutto, di ossido d’azoto, altamente nocivo.
A Monte Urano già si stanno muovendo: l’opposizione ha presentato un’interrogazione consiliare e si sta aprendo un dibattito politico. A Torre San Patrizio si sono già mossi da tempo ed è anche stato presentato un ricorso al TAR. Certo è che, come a Montegranaro ben sappiamo vista l’esperienza analoga con la centrale a biomasse di Villa Luciani, la questione è contraddittoria e non sarà facile venirne a capo. Ciò che conta, però, è fermare la costruzione dell’impianto, i cui lavori sono già partiti, finchè non vi sarà la certezza della non pericolosità dello stesso, certezza che, temo, non verrà.
A Montegranaro però della faccenda non si parla. Sembra strano che i nostri politici non ne siano a conoscenza eppure regna il silenzio. Il cittadino non è al corrente di quanto sta accadendo e vive tranquillo, senza sapere che, a qualche centinaio di metri dalle proprie finestre, sta nascendo un potenziale pericolo per la nostra salute. E nessuno si premunisce di informarlo o di prendere provvedimenti in sua difesa, men che meno coloro che sono preposti istituzionalmente a tutelare i nostri interessi. Perché questo silenzio? Perché se la maggioranza tace l’opposizione è muta? Perché si prendono sempre decisioni sulla pelle dei cittadini ignari? Credo sia il caso di svegliarci ed iniziare a muoverci anche noi, concertandoci con Torre San Patrizio e Monte Urano.
Luca Craia
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