Io sono morto.
Tu sei morto.
Egli è morto.
Noi siamo morti.
Voi siete morti.
Essi sono morti.
La follia è l’unica fonte di energia rinnovabile, l’unico tipo di carburante eco-psico-logico in grado di non inquinare, anzi capace di trasformarsi sempre in nuova energia, trasmissibile per contagio. Da ciò si origina un’epidemia chiamata “vita”.
Ma la sindrome del vivere colpisce sempre meno persone. I dottori della morte certificano sempre meno casi e la bioletteratura è ormai colma di casi miracolosi di guarigione.
Persone che prima vivevano sono morte. Si dicono tutte soddisfatte e meravigliate davanti ai loro televisori ultrapiatti, che altro non riflettono che le loro esistenze. Per avere l’illusione del reale, ricorrono a particolari occhialetti che consentono loro di avere la percezione, ad esempio, di una macchina che ti viene a sbattere contro o del bacio virtuale di una splendida ragazza.
I livelli di adrenalina sono sotto controllo, grazie all’antibiotico più utilizzato: lo stress. Sempre meno idee nuove infettano la società. Il Ministro della Salvezza si esprime positivamente: “La morte interiore ha fatto passi da gigante. Presto tutti avranno un nuovo telefonino e divertenti applicazioni da condividere con chiunque. Nessuno sarà più affetto dalla sindrome della vita.”
Sono nati centri di cura specializzata. Tutti quelli che hanno ansia di vivere sono stati ricondotti alla ragione e vengono quotidianamente seguiti. La terapia della “lenta morte” garantisce loro un ritorno alla tranquilla serenità dei giorni vuoti. Lentamente muoiono.
Ma la lotta contro gli “spacciatori di vita” viene portata avanti anche a livello politico. Il corpo dei dormienti ha sequestrato ingenti quantità della pillola chiamata “curiosità”. Sembra infatti essere questa la sostanza, naturale ma non legalizzata, al centro della “sindrome della vita”.
Affetti da sindrome del vivere
Chi è curioso, vive. Questi cosiddetti “curiosi” spesso si radunano e scambiano opinioni fra di loro, talvolta anche in pubblico. Molti di essi seguono serie tv e leggono libri di letteratura, partecipano a concerti, si innamorano perdutamente, rischiano quotidianamente una overdose di vita, sono disoccupati o hanno lavori precari, troppo tempo libero per “pensare liberamente”. Se vedete un curioso contattate il numero nero degli agenti dormienti.
Presto saremo tutti morti, anche se ci sono ancora molti passi da fare.
Saluti dall’Ade, buona morte