Ieri sera si è conclusa anche la seconda carrellata di sfide della fase a gironi della Champions League. Ecco il nostro immancabile pagellone.
Voto 1 allo Shakhtar di Lucescu: 1 come il misero punto conquistato. La squadra ucraina ha sprecato malamente il doppio vantaggio, facendosi riacciuffare in 5′ da una provvidenziale doppietta di Jackson Martínez. Disattenzione imperdonabile da parte della squadra di casa.
Voto 2 all’Olympiakos: sfortuna e mancanza di concretezza davanti alla porta le sono costati una sonora sconfitta contro il Malmö, vanificando così l’ottima vittoria contro l’Atlético di due settimane fa e bruciandosi l’opportunità di passare in testa al girone, impresa facilitata dal brutto stop della Juventus a Madrid.
Voto 3 all’Athletic Bilbao, uscito sconfitto a sorpresa contro l’avversario meno temuto del girone, il BATE Borisov, che durate la prima frazione di gara è riuscito a portarsi addirittura sul 2-0, prima che Aduriz accorciasse le distanze.
Voto 4 al Galatasaray, umiliato dall’Arsenal, che lo costringe a crollare rovinosamente sotto i colpi di uno scatenato Welbeck e un imprendibile Sánchez. Poco da rimproverare a Prandelli, il divario tecnico tra le due squadre è abissale, il 4-1 finale è persino stretto come margine.
Voto 5 alla Juventus: contro i campioni di Spagna i bianconeri non sono riusciti a imporre il proprio gioco, dominando come di consueto in campionato. Possesso palla sterile e nessun tiro in porta. Con Tévez ingabbiato e Llorente sempre stoppato in area (talvolta fallosamente), le uniche conclusioni sono arrivate da Marchisio e Pogba, potenti ma velleitarie. Ora tutte le quattro squadre del girone sono a pari punti: si preannuncia una lotta fino all’ultima partita. Voto 5 anche al Liverpool di SuperMario, sconfitto dal Basilea grazie a un goal di Streller in avvio di ripresa: la crisi dei Reds è ufficialmente iniziata.
Voto 6 al Manchester City: i campioni d’Inghilterra hanno faticato a strappare un pareggio in casa contro la Roma, grazie all’ingenuo rigore provocato da Maicon e finalizzato da Agüero in avvio di partita. Ma nel corso della partita i giallorossi non solo hanno agguantato il vantaggio con una magia di Totti, ma sono perfino stati più pericolosi. E con un solo punto in due partite, il discorso qualificazione degli uomini di Pellegrini inizia a farsi complicato. 6 anche a Zenit e Monaco, entrambe in testa al girone dopo essersi sfidate in un match povero di emozioni e conclusosi a reti inviolate. Voto 6, infine, all’Apoel Nicosia, che conquista il primo insperato punto contro l’Ajax grazie ad un imperdonabile errore di Serero, incapace di andare a segno a porta vuota.
Voto 7 all’Atlético Madrid, vincente dopo un match apparentemente destinato a concludersi con un pareggio e con due soli tiri in porta. Troppi i falli, poco il gioco espresso. Ci si aspettava un dominio al Calderón, ma così non è stato. Per fortuna ci ha pensato Arda Turan. Voto 7 anche al Chelsea di Mou, che ha dominato contro lo Sporting, ma i troppi errori sotto porta non gli hanno concesso di dilagare: match conclusosi sull’1-0 grazie a Matic.
Voto 8 al PSG, finalmente capace di sconfiggere (pur a stento e con un po’ di fortuna) il Barcellona, riscattando così l’eliminazione di due anni fa, rimediata contro i Blaugrana pur senza aver subito sconfitte negli scontri diretti. Voto 8 anche a Real Madrid e Bayer Leverkusen: i campioni d’Europa hanno rovesciato le sorti del match inaspettatamente complicato contro il Lugodorets, vincendo in rimonta grazie ai soliti Ronaldo e Benzema; il Bayer Leverkusen ha asfaltato senza difficoltà il Benfica di Jesus, imponendole la seconda sconfitta consecutiva nella fase a gironi.
Voto 9 a Totti, leggenda indiscussa della Roma, capace a 38 anni (record assoluto) di andare a segno in Champions League, tra l’altro contro una squadra di grosso calibro come il Manchester City, e con uno splendido pallonetto infilato in corsa al portiere Hart. Standing ovation timida ma meritatissima.
Voto 10 a Immobile. L’ex granata sta ancora un volta dimostrando di meritare la maglia, di non essere soltanto una promessa: l’azzurro sa essere decisivo anche giocando nelle grandi squadre, sfruttando al massimo ogni minuto concessogli da Klopp. Gliene sono bastati due per rompere gli equilibri e mettere a segno la prima palla goal, servita splendidamente da un cross morbido di Kagawa. Immancabile il 10 a Welbeck, protagonista indiscusso di questa settimana, che ha disintegrato la difesa del Galatasaray infilando una splendida tripletta, complice anche l’ottima intesa con Sánchez.