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Charlie n’est pas leghista

Da Peolaborghese @mesosbrodleto

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I pranzi delle feste natalizie offrono sempre spunti interessanti. Danno l’opportunità di stilare un sondaggio, come quelli che mandano al telegiornale, forse più affidabili. Di anno in anno, il parentame cambia idee politiche, si concentra su problemi diversi, identifica nemici mutevoli. Nel mio sondaggio personale, con un campione statistico che va da Natale alla Befana, ho potuto osservare fenomeni interessanti. Prima di tutto, Renzi non ha più la fiducia che aveva a Pasqua. Il bluff ormai è chiaro a tutti. Nonostante questo, il sindacato è ancora visto come la radice dei mali di un’azienda, che sia pubblica o privata. Di fatto, escono fuori delle regole associative un po’ zoppe, del tipo:

Se un’azienda va bene, è merito dell’imprenditore. Se un’azienda va male, è colpa dei lavoratori pelandroni e del sindacato che li protegge.

Il dibattito politico è circoscritto a questi temi caldi, per lo più generalisti. Del successore di Napolitano non può fregare di meno a qualcuno, le leggi salva-Berlusconi ormai non stupiscono neanche più. Altro dettaglio interessante, le opinioni nel corso degli anni possono mutare fino a contraddirsi. Sarà colpa dell’overdose di dolci, ma non c’è la sensibilità di sentirsi spaesati quando la politica economica che stai sostenendo è approvata anche dal tuo nemico giurato. A Pasqua di tanti anni fa si difendeva l’articolo 18, oggi invece è un privilegio inutile che frena i mercati. Sarà che chi è in pensione, dell’articolo 18 può pure fregarsene.

Vale lo stesso per la vicenda di Charlie Hebdo, giornale satirico che non risparmiava nessuno, ora difeso a spada tratta (giustamente) da tutti, anche dai bersagli (ignari) preferiti. Eppure, quando dalla tua parte si siede gente come Salvini, Ferrara, Borghezio, almeno un po’ di prurito lo dovresti provare. Che poi, perché un terrorista islamico non comincia a uccidere prima gli anti islamici? E se lo facessero, non sarebbe comunque terribile? Proveremmo dolore per persone orribili. Nella sfortuna, in Italia non corriamo grossi rischi. Di giornali liberi ce ne sono pochi, la satira è stata azzoppata da un pezzo, e ai criminali che uccidono giornalisti e scrittori siamo abituati da tempo.

Alla fine, comunque, arriva sempre il dolce. Che sia un pandoro mainstream o delle pinoccate hipster, la discussione finisce. L’appuntamento per il prossimo sondaggio parental-elettorale è a Pasqua. La sensazione è che Renzi farà la fine degli agnelli.



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