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Che cosa crea un blog

Da Marcofre

Pochi ci fanno caso, ma un blog crea qualcosa di molto importante, soprattutto di questi tempi. Quello che crea è una rete.

Buona parte dei guru che bazzicano il Web, spendono molto del loro tempo ed energie per spiegare come diventare popolari, avere un mucchio di lettori, scalare i risultati nelle ricerche di Google e via discorrendo. Tutti argomenti importanti, che meritano almeno un’occhiata. Perché spesso contengono delle dritte tutt’altro che banali.

Tuttavia, soprattutto chi quel blog lo gestisce, non prende in considerazione di avere tra le mani uno dei modi più economici per creare una rete. Di relazioni, certo, e di che cosa altrimenti?

Il punto è che per riuscire in questo intento, occorre essere capaci, e dimostrare di sapere di che cosa si parla. Oltre a sapere come comunicare, un altro aspetto troppo sottovalutato.

Qual è il senso di una rete di relazioni? Che a un certo punto qualcuno scommette su di te. Ti conosce, e decide di fare il tuo nome.

Qualunque sia lo scopo del tuo blog (reintrodurre la ghironda nell’orchestra della Scala di Milano; trovare collaborazioni per sviluppare app; pubblicare un libro; raccogliere fondi per un progetto inedito di collaborazione online), probabilmente riuscirai nell’intento solo se sarai riuscito a creare una rete di relazioni.

Per questo devi essere limpido. Nessuno ha voglia di rischiare la propria reputazione su una persona che gioca a nascondino. Né con chi non sa comunicare con chiarezza.

Comunicare è un verbo che è talmente abusato in questi anni, che in troppi sono persuasi basti piazzarlo qui o là per far intendere che essi sanno. E queste persone che sanno, sono persuase che significhi emettere dei bla bla bla.

No: comunicare vuol dire partecipare, far conoscere, rendere comune. È importante quindi sapere (altrimenti, di che cosa si parla? Come si fa a partecipare?), ma anche sapere come condividere nel modo migliore quello che si sa. Altrimenti, ciccia.

Certo, esiste da sempre la solita obiezione: Chi mi garantisce che Sempronio sia proprio così?

Che ti devo dire. Per molti Socrate era un vecchiaccio che corrompeva la gioventù. Questo dimostra almeno un paio di cose.

La prima: per certa gente Sempronio, anche se il suo vero nome è Socrate, era un corruttore di gioventù, anche se lo vedevano ogni giorno, lo ascoltavano, e in quello che diceva e faceva non c’era niente capace di corrompere. Ma per loro c’era eccome. Ci sono certe teste in giro che ragionano così. Non puoi farci niente, né serve decidere di tirarsi fuori, o uscirne perché non ne vale la pena.

La seconda: la garanzia (anche se è bizzarro accostare un termine usato per i prodotti, a una persona), che pure si pretende, non elimina mai i rischi. Compriamo un elettrodomestico, e lo facciamo perché coperto da una garanzia, che ci protegge in caso non sia all’altezza della sua fama di solidità.

Il Web in realtà non aumenta a dismisura i rischi. Perché questi ci sono sempre stati, anche quando l’unico modo di conoscere l’opinione di qualcuno era di saltare a cavallo, e andare a vederlo. Il Web aumenta le opportunità (e anche i rischi). Ma le opportunità, per giove, non ti attirano?

Quello che puoi creare lo decidi in massima parte tu. Se te ne stai a guardare non lo saprai mai.

 


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