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Che cosa sono le teocrazie. Quando Lenin spodesto’ Allah

Creato il 05 giugno 2013 da Catreporter79

Con il termine “teocrazia” si intendono quelle comunità (non necessariamente statali o nazionali) prive di una separazione tra la sfera laica e quella religiosa, tra la morale religiosa e quella civile, tra il diritto dello Stato e quello di Dio. La “teocrazia” può essere anche una “ierocrazia” (ἱερός – κρατία), ovvero una forma di governo detenuta o gestita da una classe sacerdotale (dal clero), ma non si tratta di una condicio sine qua non. Le teocrazie islamiche (Arabia Saudita, Afghanistan, Sudan, Pakistan, Yemen, Nigeria, Somalia, Iran e Mauritania) vengono definite tali perché si rifanno alla “Legge di Dio”, ovvero la Shari’a, che ha come fonte ed ispirazione (pur tra diverse interpretazioni erronee e strumentali) il Corano e la Sunna. Ciò che è contro il Corano e l’insegnamento di Maometto, è contro la legge. La Shari’a separa, tra l’altro, in categorie qualitative l’uomo e la donna, il musulmano (“Mūʾmin “) e il non musulmano (“khafir”, infedele) e prevede la pena capitale per uno sterminato ventaglio di “reati” quali omicidio, adulterio, bestemmia contro Allah, apostasia ed omosessualità, senza contare le pene “accessorie” quali frustate, mutilazioni, pubbliche gogne, ecc. La sinistra politicamente corretta, borghese e revisionista (per usare un termine di più agevole comprensione “al caviale”) pone sul bilancino del buonsenso virgole ed aggettivi, in nome del rispetto nei confronti del “diverso”, salvo concedere deroghe ai valori, assoluti ed universali, di democrazia, libertà e rispetto della persona quando essi vengono violati dal e nel circuito islamico radicale. Quando l’URSS decise di rompere nel 1979 con la “Dottrina Breznev” per valicare i confini di uno stato posto al di fuori del perimetro yaltiano (l’Afghanistan), lo fece per scongiurare i rischi previsti dalla cosiddetta “Teoria del domino” (“Domino Theory”); l’illuminato governo filo-sovietico del Partito Democratico Popolare di Nur Mohammad Taraki (che aveva laicizzato la società, imposto il divieto del burka, concesso il diritto di voto alle donne, vietato i matrimoni combinati, contrastato il potere delle tribù) era stato rovesciato (grazie alla CIA) e il pericolo che si paventava agli occhi di Breznev (che comunista era davvero, non come Vendola o Ro-do-tà) era non soltanto quello di abbandonare l’area all’influenza statunitense, ma anche al radicalismo islamico, con un rischio contaminazione per le vicine repubbliche sovietiche di fede musulmana (caso Iran-Persia). Io mi tengo Tovarishch Taraki e lascio agli ultras del panciafichismo borghese il Mullah Omar.

P.s: consiglio a tal proposito le lezioni del Prof. Lenci (Storia dell’Africa e dell’Islam), ordinario di Storia Contemporanea presso l’università di Pisa. E’ stato uno dei miei primi esami e ne sono felice. до свидания.



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