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Che fine avranno fatto quelli con la Prinz? Adesso, quelli come loro che auto avranno,una coreana?

Creato il 22 ottobre 2011 da Slasch16

Che fine avranno fatto quelli con la Prinz? Adesso, quelli come loro che auto avranno,una coreana? La globalizzazione ci ha tolto delle perle estetiche nel mondo dell’auto e le gallerie del vento hanno omologato lo stile e le forme.
Quelli della mia generazione hanno avuto diversi miti,la Prinz, la Simca, la Trabant. Erano riconoscibili immediatamente adesso se non guardi il marchio o la scritta non sai nemmeno che macchina è.
La Prinz era una macchina tutta particolare, chi aveva la Prinz si identificava immediatamente come dei tipi da vuoto a perdere.
Procedevano a 10 all’ora in mezzo alla strada impedendoti di sorpassare, se poi avevano il cappello erano ancora più impacciati e bradipi. Rappresentavano una categoria da barzellette, i classici tipi con i quali non si poteva parlare di niente, nè di politica, nè di calcio e tanto meno di donne.
Era l’esatta antitesi della Smart per le donne di oggi, tutte vestite allo stesso modo, che se la tirano, e sempre con il cellulare in mano.
Insomma una categoria ben definita per la quale estetica ed automobile ne fanno una categoria da figlie della televisione, della moda, un eccesso di personalità, nel senso di voler apparire, ma tutte uguali al punto di diventare insignificanti.
Un vorrei ma non posso, anche se la Smart non è una classe A, un Suv. Intendiamoci la categoria delle Smart non è omologata come quella della Prinz, ci sono anche persone normali con la Smart, che la usano per spostarsi con comodità nelle città.
Quelli della Prinz erano tutti uguali, i Fantozzi del qualunquismo al punto che tra noi giovani se volevi dare del pirla a qualcuno gli chiedevi se aveva la Prinz o lo invitavi a comprarla.
Se poi, oltre alla Prinz ed il cappello, aveva anche il cagnolino sul lunotto che scuoteva la testa  avevi davanti a te il massimo della personalità trasparente ma altamente pericolosa per il traffico.
Chi aveva la Prinz non faceva mai incidenti, faceva venire l’esaurimento a chi aveva intorno ma incidenti non ne aveva, al massimo li faceva fare.
Non ho mai conosciuto nessuno impegnato, a destra o a sinistra, con la Prinz, quelli di sinistra avevano la 2 cavalli o la R4, quelli di destra non lo so, non li ho mai frequentati.
Insomma era il prototipo del disimpegno, del qualunquismo ed erano tutte verdi, nella maggioranza, erano persone talmente apatiche ed  insignificanti che non riuscirei nemmeno immaginarmele nella lega.
Anni dopo, quando la Prinz non c’era più, è arrivata la Duna, altro emblema dello sfigato, costava pochissimo per essere una automobile, ma dovevi sperare che on si rompesse mai, i ricambi erano carissimi, una strategia inventata dalla Fiat che adesso hanno clonato i coreani, le auto non costano niente ma i ricambi costano come quelli della Ferrari. L’interruttore alzacristalli della Duna costava, non scherzo, quello doppio della porta del guidatore, 98.000 lire ed il paraurti della Daewoo uno sproposito.
Sapevano, quelli della Prinz, il prezzo della pasta o dello zucchero di tutti i supermercati di mezza Lombardia, molto attenti ad alimentare lo stomaco quanto distratti ad alimentare il cervello.
Non so come mai mi siano venuti in mente, forse mi mancano, non si fanno più battute sulla vasca da bagno, si è persa al voglia di cazzeggiare su queste epidemie di massa fantozziane, forse hanno trovato altri somboli nei quali ritrovarsi.
La Prinz stava ad una certa categoria di persone come la barzelletta stà ai carabinieri, un vestito su misura. Come il vestito nero ed il casco per i black bloc, sai subito con chi hai a che fare.
E poi, negli anni 70, c’era il borsello. Mitico. 



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