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Nasce, come dice il cantante Marco Diamantini, nel periodo più brutto della loro esistenza il nuovo disco dei Cheap Wine e i testi cupi, a tratti pessimisti ma profondamente ancorati alla precaria situazione sociale traspongono questo stato d'animo. Ma i Cheap Wine sono un grande gruppo rock e sanno che solo con una sferzata di energia, delle canzoni che siano di tutti ed il sano rumore delle chitarre ci si può opporre alla barbarie e alle menzogne che girano attorno perché loro non sono ne dei politici ne dei pifferai magici, il che spesso è la stessa cosa ma una real and true rock n'roll band e allora Based On Lies è qui col suo carico di resistenza umana e artistica, con le sue ballate che offrono nuovi orizzonti, con il suo rumore terapeutico. Sono pochi in Italia tra quelli che hanno scelto di rimanere veramente indipendenti ad essere arrivati al nono disco, i Cheap Wine ci sono riusciti e questa è già una dichiarazione di forza, caparbietà e tenacia. Unite poi la loro bravura sugli strumenti, la loro onestà intellettuale ed una evoluzione che li ha portati fin dove sono arrivati e avrete, come già detto in passato, una band che non teme confronti nemmeno sul piano internazionale.Non era facile dare un seguito a Spirits un disco che ha avuto una accoglienza sensazionale e i Cheap Wine si devono essere sentiti un po' ad un bivio, continuare su quella strada o cambiare radicalmente. Hanno scelto di seguire l'istinto, non hanno fatto calcoli e tra le canzoni registrate hanno scelto quelle che piacevano di più a loro senza pensare ad altro. Certo l'ombra di Spirits si allunga su diversi brani del nuovo disco ma alla fine Based On Lies ha finalmente raggiunto la quadratura del cerchio: ci sono le ballate con degli squarci melodici mai così tersi e chiari e c'è l'irruenza del loro tagliente rock n'roll elettrico, ci sono gli arrangiamenti e le sfumature del pianoforte del bravo Alessio Farinelli elemento cardine nella loro evoluzione sonora e ci sono i ganci elettrici e visionari di Michele "psychotic razor blade" Diamantini, c'è il pulsare di una sezione ritmica che è una garanzia e c'è la voce, la chitarra acustica ed il songwriting di Marco che tengono fermi i riferimenti verso un sapiente folk-rock di matrice urbana. Con Based On Lies i Cheap Wine sono ormai pronti ad allargare l'audience senza dimenticare i vecchi fans. Alcuni brani come Breakaway, Waiting On The Door, la country-eggiante The Big Blow, la stessa Based On Lies hanno l'appeal e la schiettezza per poter ottenere una giusta attenzione da parte dei media radiofonici se l' Italia non fosse, in tal senso, quel paese di merda che é e ci sono brani come The Vampiredavvero tosti, a me ha fatto venire in mente il disco di Lou Reed con i Metallica, o To Face A New Day dove viene fuori il fragoroso Neil Young and Crazy Horse pensiero con un assolo leggendario di Michele o The Stone una ballata segnata dal banjo e da una coralità vocale che spinge verso gli Appalachi. Senza dimenticare il graffio punk alla Freak Show di Give Me Tom Waits ed il pianoforte di Alessio che jazzeggia nella canzone che dà il titolo all'album e classicheggia in On The Way Back Home. Magari Based On Lies per alcuni potrà non essere il miglior disco dei Cheap Wine ma è sicuramente il più completo, quello che esprime tutte le loro sfaccettature.
MAURO ZAMBELLINI
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