Magazine Opinioni

Chi ama il lama?

Creato il 25 giugno 2012 da Conflittiestrategie

CHI AMA IL LAMA?
Dal Tibet alle Dolomiti Lucane il passo è greve. L’infatuazione esotico mistica per il Dalai Lama, in questi giorni in visita in Basilicata dopo aver fatto il giro della Penisola, nasce in realtà da motivi politici molto più profani, poiché tra la terra ed il cielo c’è di mezzo l’Impero di Mezzo che qualcuno vorrebbe vedere nel fango. Mentre a Milano Pisapia indietreggiava (dato il cognome si sarebbe beccato una scomunica dalla Chiesa o dal partito che primum non esagerare, riconoscere l’assoluta autorità del Papa-Partito e deinde dialogare), il politicamente spirituale locale si è messo in processione per incontrare il Gran Para-Guru sulla cui immeritata “straordinarietà e memorabilità” è inciampato pure il Governatore De Filippo, che è un bel uomo come Richard Gere ma fortunatamente non è ancora divenuto testimonial d’eccezione del buddismo d’esportazione e delle buddanate d’occasione. Che ci volete fare se oggi straordinarietà è sinonimo di stravaganza e memorabilità di smemoratezza? Speriamo che gli onori di casa, rimbalzando sulla volta celeste, non siano andati a ricadere nel Celeste Impero scatenando l’inferno. Si sa che gli déi cinesi sono “corti e malcavati” e per prima cosa ti chiudono i rubinetti dei loro fondi sovrani e dei loro investimenti di cui invece avremmo tanto bisogno in Italia e nel Mezzogiorno, anche per allentare la morsa della crisi e della dipendenza dal sistema capitalistico d’occidente. Un bello scisma politico-economico con gli eterodossi d’oriente (Russia e Cina) è quello che ci vorrebbe per mandare al diavolo logiche autolesionistiche che stanno imponendo all’Italia una vita sobria e frugale da francescani senza averne la vocazione pauperistica. Insomma c’è bisogno di più scismatici e di meno carismatici per ridare speranza alla nazione ed evitare gli impalamenti da parte di infidi estranei ed infedeli “intranei”. Ma tant’è, il circo mediatico dominante è riuscito a fare di questo santone un santino itinerante adatto a perorare, si badi bene, non tanto la causa del Tibet ma quella ebete anticinese. Perché le vie finanziarie di questi signori “intonacati” e stucchevoli sono infinite, come un “Oceano di Saggezza”, se sovvenzionate dalla CIA. La notizia di questa blasfema alleanza tra il sacro ed il profano è stata data da molti giornali, soprattutto internazionali, come la Süddeutsche Zeitung che ha parlato, riferendosi al Dalai Lama, di “Santa Apparenza”. Un ex agente della Cia ha, inoltre, rivelato che dagli anni ’60 il citato leader spirituale coordina le sue iniziative con l’intelligence Usa per fomentare una rivolta violenta in Tibet. La Central Intelligence Agency avrebbe a lungo addestrato, istruito ed armato guerriglieri separatisti per creare disordini e sottrarre con la forza il Tibet alla Cina, complice il Dalai Lama ed i suoi familiari. Inoltre, la stampa ufficiale, a cominciare dalla nostra, tace sul fatto che la maggior parte dei tibetani, pur non gradendo l’invasività cinese, ha ancora più in odio la casta buddista che vorrebbe riportare il Paese indietro di secoli, ripristinando una società fortemente gerarchizzata e simil-feudale. Bejiing ha strappato ai monaci ed ai signori feudali loro alleati il tetto “immobile” del mondo dove la religione costituiva ancora il principale meccanismo di riproduzione sociale, modernizzando velocemente, forse troppo velocemente, un’area incontaminata e suggestiva ma depressa. I media mainstream (complici attori, registi e giornalisti), cercano di vendere al mondo l’immagine di una società tibetana armonica e dedita alla contemplazione spirituale che il colonialismo mandarino avrebbe trasformato in un campo di tortura. Queste sono eresie che i monaci arancioni e le vestali a stelle e strisce vendono ai turisti e al jet-set in perenne crisi mistica, mentre i monasteri, questi luoghi di pace e di fratellanza, si fanno la guerra tra loro per ingrandire i propri appannaggi e le proprie prerogative castali. C’è qualcuno che ama ancora il Lama?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :