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Chi è senza colpa, l’ultima volta di James Gandolfini

Creato il 21 marzo 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema
Summary: Il noir è un genere che nel nuovo millennio sta vivendo una vera e propria rinascita. Una conferma di questo è rappresentata dall’ultima pellicola del belga Michaël R. Roskam, Chi è senza colpa. Scritto da Dennis Lehane, il film sembra proseguire sulla scia del precedente lavoro del regista, Bullhead. Da una parte perché si muove anch’esso sul labile confine tra innocenza e colpevolezza, dall’altra perché come nell’altro film, anche in questo, gli animali occupano un ruolo importante. Se infatti il protagonista di Bullhead si somministrava degli ormoni per i tori, definendo chiaramente il suo destino, in questa pellicola è il rapporto con un cane che cambia le sorti del personaggio principale. Ambientato a Brooklyn, il film racconta di Bob Saginowski, barman che lavora nel pub del cugino, vecchio proprietario del locale ed adesso “dipendente” di un criminale ceceno che sfrutta il pub per riciclare il suo giro di denaro sporco. Il passato che si cela dietro alla sua vita solitaria è però pronto a tornare a galla quando si imbatte in un cucciolo di pittbull, che decide di “adottare”, e Nadia, una giovane ex tossicodipendente. Nel momento in cui un uomo arriva a rivendicare i propri diritti sul cane e sulla stessa ragazza, sua ex fidanzata, e il cugino decide sfidare il suo boss per riappropriarsi del pub, Bob si ritrova costretto a rivelare la sua vera natura. A parte la relazione uomo-animali che, come detto, ci riporta la pellicola sulla scia segnata Roskam con il suo film precedente, Chi è senza colpa presenta tutti gli elementi del genere, dall’indagine poliziesca alle rapine, dai traffici clandestini alla costante ambientazione notturna, fino a personaggi che sono dei veri e propri antieroi. A incarnarli sullo schermo, un cast d’eccezione: Tom Hardy (Locke, Il cavaliere oscuro – Il ritorno), Noomi Rapace (Sherlock Holmes), Matthias Schoenaerts (Un sapore di ruggine e ossa) e il compianto James Gandolfini, qui alla sua ultimissima apparizione sul grande schermo. «Quando ho detto ai miei amici che James Gandolfini avrebbe fatto parte del cast nessuno ci credeva. Lui era straordinario, divertente e un grande professionista. E’ stato d’ispirazione per tutti noi». Con queste parole Roskam ricorda l’emozione provata nel dirigere il protagonista de I Soprano nel suo esordio americano. Un’emozione condivisa da Noomi Rapace, la quale ha vissuto il set con due personaggi con cui sognava lavorare: Gandolfini, ovviamente – «soltanto trovarselo davanti era stimolante» -, e lo stesso Roskam. L’attrice era infatti rimasta folgorata da Bullhead e voleva assolutamente essere diretta dal regista belga. «Ho ricevuto la sceneggiatura di Chi è senza colpa prima ancora che fosse stata affidata a Michael e l’ho amata da subito, per la storia e i personaggi» – racconta la protagonista di Uomini che odiano le donne. «Quando poi mi hanno detto che sarebbe stato Michael il regista, ho pensato che non ci sarebbe stato nessuno meglio di lui. E’ stato un onore far parte del suo primo film americano. Registi come lui sono autori che possiedono un loro personale universo e adoro farne parte». Un universo, quello di Roskam, che strizza l’occhio al cinema di genere del passato. The Drop (titolo originale del film) è infatti un noir di quartiere che richiama alla mente molti vecchi film, vera ispirazione per l’autore: «Io amo i vecchi gangster movie, i crime movies, quelli ben fatti, innovativi, che sanno anche essere dei drammi sociali – dichiara il regista – e se nel film il mondo della malavita, abitato da personaggi che devono confrontarsi con il loro lato oscuro, è descritto così bene, lo devo principalmente a Denis Lehane, che sa raccontare tutto ciò rimanendo fedele alle regole del genere». Insomma, uno sceneggiatore, una garanzia.di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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