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Chiara Gamberale: Arrivano i Suoi Pagliacci

Creato il 20 gennaio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Chiara Gamberale: Arrivano i Suoi Pagliacci

Vorrei immaginarmi nei panni di un'ipotetica professoressa di lettere, e sono certa che all'incontro genitori-insegnanti a Mamma Gamberale direi: "Signora, sua figlia Chiara ha delle potenzialità e intuizioni geniali, ma non si impegna a dovere". Della scrittrice Chiara Gamberale che sta cercando di imporsi - buon per lei - sulla scena italiana letteraria, non ho letto tutto, anzi ad essere sincera ho letto solo Per dieci minuti (Feltrinelli), Quattro etti d'amore, grazie (Mondadori) e Arrivano i pagliacci (Mondadori).

Poco etico ma è un giudizio a pelle, il mio. Per dieci minuti ammetto di averlo trovato molto carino, una bellissima idea quella di fare un'attività diversa per dieci minuti al giorno per guarire l'anima e riprendere contatto con il proprio sé anche se poi la trama banalizzava di qua e di là. Quattro etti d'amore, grazie l'ho trovato una boiata paurosa, sembrava essere scritto con l'aiuto di Moccia. E poi c'è Arrivano i pagliacci, riedito nel 2014 dopo la sua prima uscita nel 2002.

Il libro è stato scritto quando l'autrice aveva ventidue anni, in un periodo in cui si cercava e non sapeva bene dove trovarsi, ma aveva bisogno di esprimersi. Poi, è caduto nell'oblìo librario fino a quando le richieste di poterlo leggere sono diventate sempre maggiori e l'autrice ha pensato che forse poteva essere il momento giusto per ripescarlo e rimaneggiarlo: parole sono state aggiunte, modificate, cancellate e ritagliate. Fino ad un nuovo risultato finale. Allegra Lunare (bellissimo nome, a mio avviso) è una giovane ventenne che scrive un memorandum ai nuovi coinquilini che occuperanno la casa dove ha vissuto da sempre. Il memorandum è abbastanza atipico, Allegra ha deciso di raccontare ai nuovi occupanti la storia della sua vita attraverso gli oggetti che arredano l'appartamento. (Ecco la genialità!). E tra una foto in salotto, un tappeto, un quadro e un orso si snocciola la vita di Allegra e della sua strampalata famiglia molto eterogenea: una madre americana giovanissima ex modella che conobbe il suo futuro marito - affascinante militante universitario - quando era ancora una quattordicenne; un fratello con la sindrome di Down; una coppia di artiste lesbo; una ragazzina problematica.

Un'infanzia e un'adolescenza punteggiata da alti e bassi come ogni vita che si rispetti, con degli stravolgimenti sul finale che fanno da ciliegina sulla torta. Una torta agrodolce, a voler essere obiettivi. La narrazione alterna dei brani ben scritti e organici, a brani un po' traballanti perché - probabilmente - risalenti ad una scrittura più immatura; alcuni passaggi si leggono con noia ma sono ricompensati dal finale tutt'altro che banale. Credevo infatti di trovarmi davanti ad una narrazione onirica e nostalgica, ma mi sono dovuta ricredere davanti alla brutalità di alcune scelte narrative piacevolmente azzardate.

Il memorandum di Allegra rappresenta uno specchio sulla sfaccettata natura umana che sottolinea come la diversità e le differenze possono essere superate, come l'amore possa essere sia una falsa illusione ma anche il motore che fa girare il mondo. La casa è un raccoglitore di ricordi e ogni singolo oggetto che la occupa è impregnato di una storia, di persone, di vita. Solo che non sempre va tutto per il verso giusto ed è in quel momento che bisogna ripetersi che adesso arrivano i pagliacci, a smorzare il clima di tensione e malessere che si è creato.

"Beh Signora, cosa aggiungere? Probabilmente, questo libro lo consiglierei".


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