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Chissà

Creato il 11 febbraio 2013 da Gadilu

Chissà se tra qualche centinaio di anni sarà possibile acquistare presso un’edicola romana un dépliant con i medaglioncini dei Sommi Pontefici Romani e scorgervi queste parole: “San Benedetto XVI. Nato a Marktl – Baviera – il 16 aprile 1927, morto a XXX il XXX. Uomo di eccezionale rettitudine e semplicità, resosi conto di essere uno strumento in mano ai potenti di quel torbido nuovo Medioevo, rinunziò al pontificato”. Ho tolto la citazione, opportunamente modificata, dal libro di Vittorio Sermonti L’inferno di Dante, in corrispondenza del passo della Divina Commedia nel quale il poeta fiorentino condanna la scelta di Celestino V: “Poscia ch’io v’ebbi alcun riconosciuto, / vidi e conobbi l’ombra di colui / che fece per viltade il gran rifiuto” (58-60).  Da Dante a Morselli il passo non parrà tanto breve (chi lo conosce, poi, Morselli?), ma è proprio a lui che ho pensato, oggi, al suo straordinario Roma senza Papa. All’enciclica abdicataria del “defunto Papa Libero” (scritto alla fine degli anni Sessanta, il libro di Morselli allude a fatti che tutt’oggi non sono ancora accaduti, ma che forse, chissà, adesso sembrano già più probabili) e a quel Giovanni XXIV che, spostando (avendo spostato… sposterà?) la sede pontificia fuori Roma, per la precisione a Zagarolo, avrebbe “slocalizzato” e “disancorato” il Papato riducendo la sua “romanità” a vantaggio di un totale rinnovamento dell’essere “cattolico”.  Se ci sarà dato modo di vederlo, sempre seguendo la profezia di Morselli, tra qualche tempo si leggeranno sui muri di Roma scritte come questa: “Ero quirite, e or son congolese – In omaggio all’usanza che ci impose – Chi da Roman passò Zagarolese”. Chissà.


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