Christoph Waltz. Adorabile bastardo
Creato il 05 gennaio 2015 da Oggialcinemanet
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THE FACE – IL VOLTO DEL MESE: GENNAIO 2015 – CHRISTOPH WALTZ
“Su Hollywood, in Europa tutti direbbero: vogliono solo spremerti come un limone!
Beh, sapete, se io ho il succo, perché non dovrebbero?”È entrato nelle nostre vite all’improvviso, quando meno ce lo aspettavamo. In un casale della campagna francese, da una famiglia di contadini. La divisa da nazista ma i modi cortesi, una parlata che dal francese passava all’inglese. Poi avremmo scoperto che sapeva, oltre al tedesco, anche l’italiano. Parliamo di Christoph Waltz, e del suo personaggio di Bastardi senza gloria, Hans Landa, aka “il cacciatore di ebrei”. Un’interpretazione che ha cambiato totalmente il modo di vedere i criminali nazisti: siamo agli antipodi dell’ufficiale di Ralph Fiennes in Schindler’s List. Anche l’Hans Landa di Waltz è tremendamente cattivo. Ma è anche una persona raffinata, elegante, di gusto, ha un eloquio affascinante. Ed è cortese con le donne. Fino a quando non deve ammazzarle.Quel tono da imbonitore, quel sorriso di plastica stampato in volto che abbiamo imparato ad amare – e a odiare – in Bastardi senza gloria ritorna in Big Eyes, il nuovo film di Tim Burton in cui Waltz è Walter Keane, sedicente artista che sposa Margaret e si finge l’autore dei suoi quadri, perché nessuno avrebbe preso sul serio una donna nell’America degli anni Cinquanta. Sembra farle un favore, e le farà avere un sacco di soldi. In realtà la prevarica, le nega la sua stessa essenza di artista. La inganna, e inganna anche noi, con i suoi modi suadenti, spacciandosi per quello che non è. È un gran bastardo, anche qui. Ma ancora una volta è irresistibile.Nei suoi film Christoph Waltz è sempre l’uomo colto, l’uomo di grande esperienza (il suo Walter Keane ha studiato arte a Parigi, almeno lo dice lui). In realtà, Waltz colto lo è davvero. Austriaco (è nato a Vienna il 4 ottobre 1956), è figlio di scenografi e ha sempre vissuto nel mondo dello spettacolo: ha studiato recitazione al Max Reinhardt Seminar di Vienna e al Lee Strasberg Film Institute di New York. Parla fluentemente inglese, francese e tedesco. L’italiano no, anche se le sue battute nella nostra lingua in Bastardi senza gloria sono memorabili. Quentin Tarantino è stato lo spartiacque della sua carriera: decine di film che non abbiamo visto e non vedremo mai (anche un episodio de Il commissario Rex…) fino all’incontro che gli ha portato due Oscar, due Golden Globe e un premio come miglior attore a Cannes. Dopo Bastardi senza gloria, il sodalizio con Tarantino è continuato con Django Unchained, dove finalmente, per il nostro sollievo, interpreta un “buono”, il Dr. Schultz. Certo, è sempre uno che ammazza le persone a decine, ma si tratta di schiavisti. Accanto al Django di Jamie Foxx, Waltz è il mentore, il liberatore, l’ispiratore. Un cacciatore di taglie ma dalla parte giusta. Ancora una volta colto, brillante. Irresistibile. E ancora una volta uno che gioca in un doppio ruolo: gira con un camioncino con un grande dente, e dice di essere un medico dentista.“L’unico vantaggio di essere cresciuto nel mondo dello spettacolo è che non ci fantastichi su. Cose del tipo ‘Non è meraviglioso? Bla bla bla’. Io non l’ho mai idealizzato. Ma dall’altro lato, la convinzione e la dedizione che vedi in questo mondo è tremenda. Sarebbe terribile se tutto lo show business fosse fatto di brontoloni come me”.Quella di Christoph Waltz infatti è una recita nella recita. I suoi sono dei personaggi che a loro volta interpretano una parte, vivono un ruolo. È così il cacciatore di taglie/dentista di Django, è così il cortese/perfido nazista di Bastardi senza gloria. Ed è così anche Walter Keane, artista figurativo formatosi a Parigi, autore dei quadri con i Big Eyes, i grandi occhi, quando non è niente di tutto questo. Anche quando deve andare in tv per difendere la “sua” arte, Walter Keane ha bisogno di un copione, di un testo, di un’imbeccata. E una volta in tv recita un’altra parte ancora rispetto a quella che ci ha fatto vedere, quella dell’artista commosso e sensibile, attento al destino dei bambini, il soggetto dei “suoi” quadri. Mentre i suoi small eyes ci dicono che è tutto il contrario.Ha gli occhi piccoli, accesi, attentissimi a scrutare ogni particolare, Christoph Waltz. Si tratti di capire il gioco di un ebreo, o di chi lo nasconde, durante la Seconda Guerra Mondiale, o il pensiero di una donna che intende conquistare, come fa Walter con Margaret Keane. Gli occhi che sembrano quelli di un animale veloce, di un predatore. Occhi di chi può spalmare miele e o iniettare fiele. “Non è facile trovare un attore che in dieci secondi di dialogo riesce a essere minaccioso e insieme simpatico, tanto da lasciarti assolutamente spiazzato” dice di lui Amy Adams, che in Big Eyes interpreta la moglie Margaret. La mascella volitiva di Waltz sembra quella di un personaggio dei fumetti, una sorta di Dick Tracy, tanto che l’attore austriaco sembra un personaggio disegnato. Insomma, non è cattivo. È che lo disegnano così. Il grande merito di Tim Burton, con questo Big Eyes, dopo Roman Polanski in Carnage (altro ruolo di adorabile bastardo), è stato quello di regalare a Waltz un altro ruolo alla sua altezza, dopo che Holywood rischiava di racchiuderlo nel ruolo del villain puro e semplice, come è accaduto ad esempio in The Green Hornet. E vedremo come sarà il suo villain nel prossimo 007, Spectre. Quello di Walter Keane invece è un ruolo doppio, o triplo, quelli a cui Waltz ci ha abituato finora. E non a caso è stata subito candidatura al Golden Globe.È THE FACE di gennaio perché: il Walter Keane di Big Eyes di Tim Burton ce lo riporta a quei ruoli ambigui di adorabile bastardo visti nei film di Tarantino. Prima di ritrovarlo come villain nel prossimo James Bond, Spectre.“Diventare un attore è come diventare padre. Non è difficile diventarlo.
La vera sfida è farne la tua vita”.Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net
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