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Ci possiamo fidare?

Creato il 15 settembre 2011 da Fabio1983
Una crisi di governo in questo momento sarebbe quanto di meno auspicabile. Ma il condizionale è obbligatorio perché non sappiamo, ormai da mesi, quanto l’esecutivo sia davvero in grado di sostenere la situazione. La teoria del tanto peggio tanto meglio risulterebbe foriera di necessità virtù qualora avessimo la percezione di un esecutivo al lavoro per sistemare le cose. Poi le cose possono essere fatte bene o male, e in quel caso se ne riparlerebbe in prossimità del voto. Ce l’abbiamo questa sicurezza? Purtroppo no ed è presumibile che non l’avremo fintanto che a guidare il governo sarà un uomo invischiato in più vicende giudiziarie. Berlusconi si crede un perseguitato; tentiamo anche per un solo istante di concedergli il beneficio del dubbio (del resto è un suo diritto). Se avesse ragione, tuttavia i processi che lo vedono imputato (Ruby, Mediaset, Mediatrade e Mills, a cui va aggiunto con ogni probabilità quello relativo al caso Unipol-Bnl, senza dimenticare l’affaire Lavitola-Tarantini in cui è la presunta vittima consapevole) sarebbero troppi per pensare lontanamente che sia nella condizione ideale di traghettare un Paese a crescita quasi zero, secondo le ultime stime dell’Ue e della Confindustria. Che il suo ruolo sia in qualche modo delegittimato lo dimostra persino il misero minutaggio che gli viene concesso durante i loro incontri da Napolitano il cui interlocutore privilegiato sullo stato economico è il governatore della Banca d’Italia, prossimo alla Bce, Mario Draghi. La manovra ha scontentato tutti (l’avallo dell’Ue presuppone altri aspetti, ma non è che l’Unione abbia smesso di incoraggiare il varo di riforme strutturali), dalle sigle sindacali agli industriali passando per gli enti locali. Sarà opportuno correggere ancora una volta la manovra? Può darsi. Abbiamo urgenza di riforme? Assolutamente. Ci possiamo fidare? Non lo sappiamo, disperso com’è in mille rivoli questo governo. È un fatto di responsabilità. E la cosa triste è che ce ne siamo accorti da diverso tempo, noi prima di loro.

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