E ci risiamo ancora una volta!
Quanto può valere la prestazione professionale di un tecnico che “per titolo di studio o per comprovata esperienza personale e lavorativa” possa affiancare un Sindaco per aiutarne lo staff in lavori come la pianificazione e la tutela del territorio, studi e progettazioni di interventi per il miglioramento della qualità urbana, studi e analisi per l’ottimizzazione dei servizi locali?
La risposta ve la diamo noi: nulla. Anzi, il professionista tecnico deve pure ringraziare e non chiedere bazzecole come la durata dell’impiego (gratuito), il luogo dove si dovrebbe svolgere l’attività lavorativa, ecc.. Queste cose, sul bando, non ci sono.
L’ennesimo scandalo arriva dal Comune di Pomezia, dove è stato pubblicato un avviso pubblico per l’individuazione delle professionalità esterne disposte a collaborare – mediante la sottoscrizione di contratti di liberalità – alla costituzione degli organi di staff e dell’ufficio del Sindaco.
Tutto vero, tutto nero su bianco.
Questa volta però qualcuno ha perso la pazienza. L’Ordine degli Ingegneri di Roma hanno infatti deciso di “alzare la voce”, inviando al Comune una istanza di revoca del bando in autotutela.
E, in effetti, come viene indicato nella richiesta degli Ingegneri di Roma, nell’avviso pubblico mancano o sono comunque insufficienti molte indicazioni vitali (tra tutte, il compenso). Insomma, si ripete quanto era stato già a suo tempo denunciato dopo un’inchiesta del quotidiano Repubblica e ripresa anche dal nostro quotidiano (leggi La nuova frontiera delle professioni tecniche: lavorare gratis).
Sembra dunque che continui il malcostume di chiedere a professionisti, dotati di elevata specializzazione e competenze, delle collaborazioni a titolo gratuito, anzi, mediante sottoscrizione di contratti di liberalità. Speriamo solo che l’iniziativa degli Ingegneri di Roma venga adeguatamente supportata non solo dal Consiglio nazionale degli Ingegneri, ma da tutti gli albi e i collegi professionali, per troncare sul nascere questi comportamenti.
Per ora non possiamo che concordare con quanto si legge nel comunicato pubblicato sul sito dell’Ordine della Provincia di Roma “l’effetto delle liberalizzazioni, a seguito dell’abolizione dell’obbligatorietà dei minimi tariffari e dell’abrogazione delle tariffe professionali, sembra stia incidendo solo sulla riduzione dei compensi, invece di aumentare competitività e qualità lavorativa”.
Di Mauro Ferrarini