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Ci sono ricascato

Creato il 02 settembre 2012 da Italianoabangkok @BeingAndrea
  • e se è vero che devono essere dispari ci ricadrò di nuovo!

    Ci sono ricascato
    Insieme a Van nel suo laboratorio

    Era già da un po’ di tempo che l’idea mi frullava per la testa. Ovviamente il cosa e il dove erano i motivi per cui procrastinare era diventata la routine ogni volta che passavo davanti all’ingresso del negozio di Van. Ieri, senza premeditazione e senza appuntamento, ho deciso di entrare al 2° piano della palazzina su Silom Soi 4 dove Van ha il suo piccolo laboratorio per eseguire tatuaggi.

    Dei tatuaggi e di Van ne avevo già parlato nel post Thailandia e tatuaggio su Viaggio Vero proprio perché qui in Thailandia il tatuaggio è una tradizione radicata nella cultura popolare che si è evoluta affiancando alle tecniche tradizionali - in cui viene eseguito dai monaci all’interno del tempio alla fine di una cerimonia fatta di preghiere e offerte - a tecniche moderne - per cui il tatuaggio viene eseguito con una macchinetta a cui sono fissati degli aghi di dimensioni e numero diverso a seconda dell’effetto voluto. Ovviamente la scelta è ricaduta su Van per diversi motivi, igienico in primo luogo (utilizza solamente aghi “usa e getta”) ma anche perché è un vero artista e i risultati ho avuto modo di apprezzarli in diverse occasioni.

    Dopo i saluti di rito, la prima cosa che Van mi ha lui ha detto è stata che ora aveva la consapevolezza che dopo questo sarei tornato: i tatuaggi non possono essere pari sul corpo ma sempre in numero dispari. Questa usanza ha origini marinaresche: prima di imbarcarsi i marinai si facevano un tatuaggio, per farne un secondo una volta arrivati a destinazione ed un altro al rientro a casa; averne pertanto un numero dispari significava che tutto era andato bene e che il marinaio era tornato a casa sano e salvo.

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    Scelta del disegno e della posizione

    Quando ho spiegato a Van cosa volevo tatuarmi e perché ha sorriso e si è seduto alla sua scrivania per mettere nero su bianco quello che era nella mia testa. In meno di 5 minuti ecco che sul foglio di carta si era materializzato il mio pensiero, sia come stile che come dimensioni.

    Scelto il soggetto (in ogni negozio di tatuaggi ci sono libri che raccolgono per temi i possibili disegni che ci si può far tatuare) dovevo scegliere dove farmelo fare. Un tatuaggio è come un diamante, per sempre (a meno che non si decida di farcelo togliere grazie alle tecniche al laser oggi disponibili) quindi sia la scelta del disegno che della posizione sono molto importanti. La posizione è secondo me legata anche alla capacità di sopportazione del dolore. Un tatuaggio eseguito dietro l’orecchio è estremamente doloroso come anche quelli su parti del corpo dove la base non è un muscolo ma l’osso. La sensibilità individuale poi mi impedirebbe di farmi fare un tatuaggio sul fianco (soffro il solletico). Dobbiamo anche considerare che con l’età il nostro corpo cambia e con esso anche il tatuaggio: scegliere una posto la cui conformazione non cambi troppo nel tempo è una mossa astuta pensata sul lungo termine.

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    Van all’opera

    Un tatuaggio semplice, nero (senza colori e effetti di sfumature), che all’occorrenza possa essere nascosto ma che allo stesso tempo possa vedere senza contorcermi davanti allo specchio. Rasata e disinfettata la parte, eseguito il disegno e infilati guanti e mascherina, Van mi ha chiesto se ero sicuro e, conoscendo già la mia risposta, ha acceso la macchinetta.

    Lo confesso: ogni volta che gli aghi si avvicinavano al perone una lacrimuccia solcava silenziosa la guancia.

    Ci sono ricascato

    Tutto fatto, si va a casa!

    In pochi minuti la tortura era finita. Una bella disinfettata, un velo di crema antinfiammatoria e una fasciatura con garza e pellicola trasparente per alimenti e… eccomi pronto ad andare a ballare, segno evidente che il dolore non era stato poi così insopportabile. Per soli 1200 baht (tariffa legata più al materiale usato che altro) posso ritenermi piu che soddisfatto.

    Siete curiosi di vedere il risultato finale? Come sapete sono affascinato dal tailandese, sia per i suoni della lingua parlata che per la sua grafia. Volevo che questo tatuaggio avesse proprio questo come significato, rimarcare il mio studiare il tailandese e, con il dolore per averlo, simboleggiare la fatica che sto facendo. Volevo anche che parlasse di me e che fosse comunque esteticamente bello anche per chi non ne conosce il significato.

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    Risultato finale tolta la fasciatura

    Un bel numero 71 affiancato dal mio nome in caratteri tailandesi. A colpo d’occhio un tatuaggio tribale che per me ha un significato ben particolare. Che ve ne pare?

    Ho una cicatrice/ sembra un tatuaggio sai che cosa dice? Avanti, coraggio!
    Jovanotti, 2002 - Date al diavolo un bimbo per cena

    Posted 1 hour ago

    2 notes

    Tags: tatuaggio, bangkok, tatuaggi,

    1. Ci sono ricascato
      mastazi liked this
    2. Ci sono ricascato
      klboyd liked this
    3. Ci sono ricascato
      andreainthailandia posted this

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