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Agosto è il fine anno del cinema. Da fine luglio fino al 20 – 25 del mese successivo , girano per lo più filmetti che hanno il solo scopo di far tenere aperte le sale per contenere un po’ i costi fissi e tenere fede ai vari contratti fra chi produce , chi distribuisce e chi proietta. Per tutti gli addetti ai lavori quindi, Agosto è il mese in cui si tirano le somme dell’anno appena passato, che è cominciato in settembre dell’anno precedente.
Ovviamente il cinema , malgrado il suo essere una forma di intrattenimento popolare e a basso costo, ha subito la crisi come tutti gli altri settori dell’economia italiana ed occidentale in genere. I numeri di quest’anno sono da disaster movie, dieci milioni di biglietti venduti in meno. La percentuale del cinema italiano è scesa dal 39% al 30% , in special modo, e lo dico con un po’ di soddisfazione, i cinepanettoni quest’anno hanno pianto lacrime amarissime.
De Sica ha incassato “solo” 11 milioni (solo 5 anni fa se ne portava a casa quasi 30), Boldi è disperso nel limbo della nostalgia. Ma la fine dell’anno mi porta alla mente anche un film dell’anno scorso , “La Fine è il mio inizio” che ci mostra come anche ai tempi della crisi si può fare un cinema di qualità , lezione che purtroppo in Italia non è stata recepita, ne dai produttori, ne dal pubblico, il film che è costato solo tre milioni di euro, ne ha incassati da noi 800 mila e spicci.
Spero che, essendo una coproduzione, in Germania il film abbia fatto meglio. Il film preso dal libro di Folco Terzani, racconta degli ultimi giorni che lo stesso ha passato assieme al padre, il grande giornalista Tiziano. E’ un film ovviamente esistenziale, e forse punito con scarsa affluenza perché affronta una di quelle tematiche che notoriamente spaventano gli spettatori, la morte, quella vera, quella che ti abbraccia un po’ alla volta senza darti via di scampo.
Tiziano Terzani ripercorre raccontandola, la sua vita, facendosi registrare dal figlio, ed il film è tutto qui. Le sue storie e le riflessioni sulla vita di un uomo che ha visto tanto. L’infrangersi delle illusioni comuniste avendo vissuto in Cina ed avendone visti gli orrori in prima persona. La rabbia e la frustrazione nel rendersi conto della meschinità umana che viene fuori prima o poi in tutti. Infine lo sguardo sereno dell’anziano che ha capito qual è la vera e più importante delle rivoluzioni, quella dentro di noi.
Un film assoluto, che ti rivolta come un calzino, che ti sfiora le orecchie con parole importanti e ti esalta gli occhi coi colori dell’appennino tosco emiliano. Se mi chiedessero un giorno di scegliere quali film far vedere ai liceali per aiutarli nel loro percorso di crescita personale, “La Fine è il mio inizio” sarebbe assolutamente uno di quelli. Il figlio Folco è interpretato da Elio Germano, il miglior attore italiano della sua generazione, mentre il protagonista Tiziano Terzani ha la faccia di Bruno Ganz.
Non conosco sufficentemente il cinema tedesco per sbilanciarmi dicendo che sia il migliore della sua generazione come ho fatto per Germano, ma Ganz in questa pellicola è superlativo, credibile, sensibile, veramente riappacificato col mondo come le parole di Terzani. Bene a questo punto cosa state aspettando? Non siete ancora corsi alla videoteca più vicina per affittarlo? Take Care!
di Gimmi Cavalieri
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