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Cibo culturale

Creato il 22 ottobre 2013 da Speradisole

CIBO CULTURALE

Mostre d’arte, in Italia, da non perdere.

A Genova, Palazzo Ducale.

Edvard Munch. Dal 6 novembre al 27 aprile 2014, www.mostramunch.it

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A 150 anni dalla nascita Genova rende omaggio al maestro norvegese che sempre cercò uno stile in grado di esprimere il travaglio della sua epoca. L’opera più celebre è certamente il famoso “Urlo” un capolavoro assoluto capace di farsi simbolo di un’epoca, di un sentimento del tempo, straordinaria è l’intensità con cui rappresenta la inquietudini, le paure, le ansie dell’uomo del primo Novecento. La fortuna di quest’opera, tuttavia, ha spesso impedito di guardare alla sua attività in maniera complessiva. La mostra che gli tributa Genova nel 150°esimo della nascita è il tentativo di proporre una lettura inedita del suo percorso, esponendo un centinaio di opere, fra grafica e pittura, attinte soprattutto da collezioni private.

Da un punto di vista tecnico, Munch si accanì sul colore, solcò, letteralmente la superficie delle tele, le lasciò esposte alla pioggia e alla neve, trasferì fotogrammi e fotografie di film all’interno dei dipinti e dei grafici. L’intento finale di una tale rivoluzione era quello di esplorare nel modo più radicale possibile i sentimenti dell’uomo e le esperienze fondamentali della vita, proprio nel momento in cui la comunità artistica dell’epoca era interessata al rapporto con la natura e alla rappresentazione sociale del mondo. Il colore “creato” da Munch vuole definire lo stato d’animo, il clima, l’atmosfera dell’immagine. E per esprimere il travaglio dell’uomo moderno bisognava “inventare” un linguaggio.

La mostra di Genova racconta il passaggio tra il naturalismo di stampo impressionistico a un nuovo modo di “vedere” così audace che sconvolgerà l’arte del XX secolo. Munch scriveva. «La natura è l’opposto dell’arte, un’opera d’arte proviene dall’interiorità dell’uomo, l’arte è il sangue del cuore umano».

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 A Verona, Palazzo della Gran Guardia.

Claude Monet, “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento”. Dal 26 ottobre al 9 febbraio 2014, www.lineadombra.it

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A Verona si apre la mostra, per concludersi a Vicenza. La mostra è divisa in cinque sezioni e la rassegna esplora l’imporsi dell’idea moderna di natura dipinta nella sua autonomia , dal Seicento all’Ottocento. La sezione dedicata a Monet è una mostra nella mostra, comprende 25 opere d’arte dai più grandi musei del mondo, per raccontare una ricerca che parte dalle marine e dai papaveri rossi di Argenteuil per approdare alle grandi serie dei Covoni e delle Cattedrali di Rouen, fino ai cicli della laguna di Venezia e delle Ninfee.

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A Vicenza, Basilica Palladiana.

Claude Monet. “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento” dal 22 febbraio al 4 maggio 2014, www.lineadombra.it

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A Pavia, Scuderie del Palazzo Visconteo.

Claude Monet. “Au coeur de la vie” fino al 15 dicembre. www.scuderiepavia.it  Qui è lo stesso artista a raccontarsi in un percorso di una ventina di capolavori, attraverso le lettere e gli scritti, dialogando con i personaggi chiave della sua esistenza.

Queste bellissime mostre celebrano il fondatore dell’impressionismo. «Ho solo il merito di aver dipinto direttamente davanti alla natura», così scrisse  l’artista, dopo una vita di ricerca e oltre duemila opere al suo attivo. Monet è considerato il più grande degli impressionisti e il precursore dell’astrattismo moderno, ma per capirlo basta lasciarsi avvolgere dal suo capolavoro, ovvero il grandioso ciclo delle “Ninfee dell’Orangerie” a Parigi, al quale il pittore ormai quasi cieco lavorò incessantemente fino al 1926, l’anno della morte. E’ il punto conclusivo della sua ricerca. Monet aveva cominciato a seminare le ninfee bianche nello stagno della sua fiabesca Giverny nel ’94, due anni dopo il matrimonio con Alice.  La prima moglie, la mai dimenticata Camille, modella e compagna della giovinezza era morta nel ’79 dopo avergli dato due figli. Da quel momento il pittore abbandona quasi completamente la rappresentazione della figura umana per dedicarsi alla pittura del paesaggio. Un paesaggio che l’artista vuole narrare in tutte le possibili variazioni di luce, per comporre la sua verità, sempre più concentrata e interiore.

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A Torino. Galleria d’arte civica e contemporanea.

Auguste Renoir. Dal 23 ottobre al 23 febbraio 2014. www.gamtorino.it

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I musei parigini d’Orsay e dellìOrangerie hanno ceduto in prestito, in via eccezionale, sessanta capolavori. Scriveva  Renoir: «Per me un quadro deve essere una cosa piacevole, allegra e bella, ci sono troppe cose spiacevoli nella vita che non è il caso di crearne altre». A questo principio Renoir si mantenne sempre fedele nei sessant’anni di attività che lo portarono a dipingere più di cinquemila olii, cui si devono aggiungere i disegni e gli acquerelli.  La mostra di Torino ne segue  fedelmente il percorso a cominciare dagli esordi, quando, seguendo l’amico Monet sulle rive della Senna e in Normandia, alterna la pittura “en plein air”  ai ritratti, in cui da subito si rivela maestro. La donna, in tutto questo, ha uno spazio speciale. Una strepitosa galleria di ritratti femminili, ballerine e borghesi, nobili e popolane, ci porta nel cuore della mostra.

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A Roma. Complesso Vittoriano

Paul Cézanne e gli artisti italiani del ‘900. Fino al 2 febbraio 2014. www.comunicareorganizzando.it

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Sui pittori italiani l’effetto Cézanne è innegabile. Dovettero fare i conti con la ricerca volumetrica del maestro di Aix en Provence che aveva dato il via all’avanguardia cubista e con il significato  simbolico che nella maturità aveva assunto la sua tavolozza di colori. La mostra si compone di un centinaio di opere, di cui una ventina  del maestro francese, e sottolinea una lezione che coinvolge nomi illustri. A cominciare dalle prime esperienze di Giorgio Morandi che fin dal 1911 lo elesse suo maestro e poi Carlo Carrà, fino a Gino Severini e il giovane Filippo De Pisis che parte da Cézanne nel progetto compositivo delle sue nature morte. E Mario Sironi, Felice Carena, Felice Casorati e Giuseppe Capogrossi. Fino all’arte intrisa di tensioni di  artisti come Fausto Pirandello, che dipinge mele e bagnanti a partire dagli anni della giovinezza, interpretando Cézanne che aveva chiuso la sua ricerca in solitudine, dipingendo la montagna della Sainte Victoire come maestro di una verità cruda.

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 A Milano. Palazzo Reale.

Auguste Rodin, il marmo e la vita,fino al  26 gennaio 2014 www.mostraodin.it

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L’esperienza riservata a chi osserva le opere di questo artista è attraversata da una dimensione di sacralità, dovuta al fatto che si ha la sensazione di assistere a un evento prodigioso: la genesi dell’opera, la nascita della vita stessa. Si tratta di un raccolta di 60 opere poste nella suggestiva scenografia della Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, una delle più grandi rassegne che siano mai state allestite sui marmi del maestro. La sensualità, l’illusione della carne sono i temi attorno ai quali si sviluppa la prima sezione in cui sono raccolte le opere giovanili, di stampo classico. Nella sezione seconda sono presenti le opere più conosciute in cui si manifesta la piena maturità del maestro: da candidi blocchi di pietra, ecco figure vitali e vere. Dal nulla, la forma. L’incompiuto caratterizza la terza sezione, un artificio linguistico che rimanda direttamente a Michelangelo.

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A  Milano. Palazzo Reale.

“Il volto del ‘900” da Matisse a Bacon. Fino al 9 febbraio 2014 www.ilvoltodel900.it

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Ad assestare un primo colpo alla riproduzione realistica di un soggetto fu la psicanalisi, a causa della quale la stessa idea di “io” diventò almeno più complessa di quanto lo fosse mai stata. Le terribili esperienze del totalitarismo, sovietico e nazista, tuonarono come un tentativo di negazione, di soppressione della persona, della sua individualità e libertà. Poi, sul piano della forma arrivò la fotografia, inizialmente al servizio della burocrazia in funzione del riconoscimento pubblico; in seconda istanza conferendo al ritrattista un’inedita libertà, affrancandolo dalle committenze e dalle esigenze di documentazione e di celebrazione. Infine si impose un’illusoria e frammentaria affermazione dell’io, concepito perlopiù come consumatore, ad opera dei mezzi di comunicazione di massa, televisione in testa. Era impossibile che il modo di guardare e rappresentare l’uomo non subisse uno choc pari alla portata degli eventi e nulla fu più come prima. A Milano sono presenti ottanta capolavori, provenienti dal Centre Pompidou. Fra ritratti e autoritratti, descrivono l’evoluzione del concetto di rappresentazione del soggetto. Il racconto si dipana in sette sezioni: “I misteri dell’anima”, “Autoritratti”, “Il volto alla prova del formalismo”, “Caos e disordine, o l’impossibile permanenza dell’essere”, “Dopo la fotografia”, “La disintegrazione del soggetto” . Tra gli artisti esposti: Matisse, Bonnard, Modigliani, Magritte, Ernst, Miró, Bacon, Picasso.

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INOLTRE

A Roma. Chiostro del Bramante fino al 2 febbraio 2014 www.chiostrobramante.it

“Cleopatra, Roma e l’incantesimo dell’Egitto”.

A Roma. Scuderie del Quirinale, fino al 9 febbraio 2014 www.scuderiequirinale.it

“Augusto”

A Pisa. Palazzo Blu, fino al 2 febbraio 2014 www.mostrawarhol.it

“Andy Warhol”.

A Firenze. Palazzo Pitti, fino al 5 gennaio 2014 www.impressionistiafirenze.it

Impressionisti a Palazzo Pitti”.

A Passirano di Codroipo (Udine) Villa Manin, fino al 19 gennaio 2014 www.villamanin-eventi.it

“Robert Capa”

A Ferrara. Palazzo dei Diamanti fino al 6 gennaio 2014 www.palazzodiamanti,it

Zurbarán”

A Milano. Pinacoteca di Brera, fino al 12 gennaio 2014  www.brera.beniculturali.it

Seicento lombardo a Brera”

A Bologna. Palazzo Fava, fino al 12 gennaio 2014 www.genusbononiae.it

“Arturo Martini”



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