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CIFAF 2014, Intervista a Giada “Kat” Zocca delle Neptunes Bologna

Creato il 06 giugno 2014 da Simo785

Un ringraziamento a Dario Giordo per la cortese collaborazione.

(Foto di squadra dalla pagina facebook “Any given sunday”)

Runningback, wide receiver, tight end, defensive end e all’occorrenza anche linebacker: è il biglietto da visita di Giada Zocca, l’all purpose delle Neptunes, autrice di cinque touchdown e una safety nelle due vittorie che hanno permesso alle gialloblù di staccare il biglietto per le semifinali del Cifaf 2014.

 

Giada Zocca, giocatrice “all purpose” delle Neptunes Bologna

Soprannominata “Kat” (diminutivo di “Kattiveria”, rigorosamente con la K, per la determinazione e l’aggressività mostrate fin dal primo allenamento), Giada ha 22 anni, vive a Zappolino, sui colli bolognesi, e lavora a tempo pieno come cameriera in un ristorante nei dintorni. La sua passione è lo sport, che pratica con successo da quando aveva undici anni. «Il primo amore è la pallamano – spiega Giada – e quest’anno la mia squadra è stata promossa in A2, vincendo il campionato di serie B. Tre anni fa ho conosciuto il football grazie a una mia collega, Elisa Pinardi (tuttora defensive back delle Neptunes, ndr) e non avrei mai pensato di poter amare un altro sport tanto quanto la pallamano».

 

Sbilanciati: meglio la pallamano o il football?

 

«All’inizio è stata dura, perché rispetto alla pallamano il football mi sembrava un gioco meno dinamico e molto più orientato verso la strategia. Devo essere sincera, giocavo solo per tenermi in forma, però poi è cambiato tutto: stare a contatto con persone con così tanta passione mi ha fatto crescere la voglia di conoscerlo, e i contatti e le collisioni hanno fatto il resto».

 

Sei fra le giocatrici con più stagioni giocate nelle Neptunes: cos’è cambiato in questi anni rispetto all’inizio?

 

«Siamo tradizionalmente una squadra che cura molto l’aspetto tattico del gioco, ma stiamo facendo di tutto per diventare anche una squadra fisica. Ci alleniamo il lunedì e il giovedì e abbiamo tantissima voglia di vincere. Il primo campionato è stata duro: abbiamo subito diverse sconfitte a cui si sono aggiunti alcuni gravi infortuni che ci hanno fatto pensare che forse non eravamo in grado di sostenere un torneo o che fossimo troppo poco determinate per farlo. Ma dopo essere cadute ci siamo rialzate, abbiamo cominciato a credere in noi stesse e non abbiamo voglia di fermarci. Quest’anno abbiamo cominciato bene: due partite e due vittorie, contro squadre molto fisiche come le Marines Lazio e le Lobsters Pescara, fanno ben sperare».

 

Dopo l’ottimo esordio contro le Marines è arrivata la conferma con la vittoria di Pescara: che partita è stata?

 

«Temevamo e rispettavamo molto le Lobsters, campionesse d’Italia in carica, soprattutto per la loro capacità di esprimere un football molto fisico. Ma non siamo state da meno, ed è venuta fuori una partita molto combattuta, giocata punto a punto fino all’ultimo quarto. All’inizio abbiamo faticato molto a segnare, anche perché affrontavamo una squadra costretta a vincere con un grosso scarto per accedere ai playoff ed estremamente determinata, ma non abbiamo mai mollato. Eravamo pronte, dopo settimane ad allenarci sui blocchi e sulla lettura delle corse perché sapevamo che il loro attacco avrebbe puntato molto sul running game. Non ci siamo mai arrese, nemmeno dopo che le Lobsters ci hanno ripreso e con due delle nostre compagne di squadra accompagnate in ospedale. Nonostante sia stata una partita lunghissima non abbiamo mai perso la concentrazione, rimanendo lucide anche quando il nostro attacco non riusciva a muovere la catena. Al resto ha pensato la nostra difesa, e posso dire di essere uscita dal campo felice come non mai».

 

Un'altra imamgine di Giada Zocca in azione

Un’altra immagine di Giada Zocca in azione

Il tuo inizio di stagione è stato formidabile: cinque touchdown, oltre a un bel po’ di placcaggi e a una safety contro le Lobsters. Potenziale mvp del Cifaf?

 

«Sì, sto giocando bene, ma i premi individuali non m’interessano. Senza i blocchi delle mie compagne non andrei da nessuna parte, senza la nostra difesa non saremmo andate così avanti. Penso ad arrivare in fondo con le Neptunes, passo dopo passo: ora ci aspetta la semifinale contro le Sirene, una squadra che è cresciuta tanto rispetto a un anno fa, e sarà un’altra partita molto dura. Mi aspetto grandi cose dalle mie Neptunes, abbiamo hanno ancora molto da dimostrare e non vediamo l’ora di farlo. Senza montarci la testa, ma coi piedi ben piantati per terra: nel football sottovalutare l’avversario è uno degli errori più grandi che si possa fare e non vogliamo correre questo rischio. Ma una cosa è certa: per arrivare al Rose Bowl bisognerà fare i conti con noi».


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