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Cinema: Into Paradiso: Intervista Esclusiva a Peppe Servillo e Paola Randi.

Creato il 15 febbraio 2011 da Daniele7
Cinema: Into Paradiso: Intervista Esclusiva a Peppe Servillo e Paola Randi.

Gianfelice Imparato e Peppe Servillo

E’ arrivato nelle sale italiane venerdì 11 febbraio ‘Into Paradiso’, film d’esordio della regista milanese Paola Randi. Una commedia con Gianfelice Imparato e Peppe Servillo sul tema dell’amicizia e dell’integrazione (ma  non solo) ambientata nella città più multiculturale d’Italia: Napoli.

Le vite dei tre protagonisti, il ricercatore Alfonso D’Onofrio (Gianfelice Imparato), il politico corrotto Vincenzo Cacace (Peppe Servillo) e quella del campione di cricket emigrato dallo Sri Lanka Gayan (Saman Anthony), si intrecciano quando si ritrovano a vivere insieme sul tetto di un palazzo abusivo nel cuore cingalese della città. Da questo incontro nascerà un’intensa e inaspettata amicizia.

Gli spettatori che hanno assistito all’Anteprima romana del film proiettata all’ Università Luiss di Roma (organizzata da Daniele Urciuolo, in collaborazione con Cinecittà Luce e il Master in Produzione cinematografica della Luiss Business School), hanno avuto l’opportunità di conoscere il cast tecnico e artistico della commedia: gli attori Peppe Servillo e Saman Anthony, la regista Paola Randi e lo sceneggiatore Pietro Albino di Pasquale.

Abbiamo avuto la fortuna e il piacere di scambiare due chiacchiere con ‘Vincenzo Cacace’, il politico corrotto a cui presta il volto l’indimenticabile voce degli Avion Travel: Peppe Servillo.

D. Il tuo personaggio è una figura che sembra andare molto di moda nel cinema italiano attualmente, basti pensare al Cetto Laqualunque di Antonio Albanese. Cosa ne pensi?

R. In realtà si tratta di una maschera antica che si trova spesso sia a teatro che al cinema. Per entrare nel ruolo mi sono ispirato a immagini che si erano sedimentate in me, di cui l’eco è tornato in alcune scene in modo assolutamente naturale.

D. Al tuo Vincenzo Cacace hai donato una vena comica inattesa…

R. Resta un personaggio negativo però, anche se, in accordo con Paola (Randi, la regista, ndr), abbiamo deciso di renderlo a tratti simpatico. E’ una figura volutamente surreale che confina con il sogno.

D. In ‘Into Paradiso’ emerge una Napoli meno nota, quella dell’integrazione e della solidarietà. Tu non sei napoletano, ma quella della città partenopea è una realtà che conosci bene: pensi che il film identifichi la vera Napoli?

R. Il film ha riconosciuto aspetti della città che raramente escono fuori, anche se è un carattere antico di Napoli quello dell’integrazione, la città nella sua storia ha accumulato tracce di variegate e numerose civiltà.

D. Una vita per la musica la tua da quando nel 1980 hai dato la vita alla Piccola Orchestra degli Avion Travel. Come nasce l’amore per il cinema?

R. Mi ispiro agli anglosassoni: loro, attraverso il termine ‘play’, non fanno differenza fra cantare, recitare e giocare. Io ho semplicemente trasferito la  mia esperienza da autodidatta e da interprete sul palcoscenico del teatro e davanti alla telecamera. Recitare per me è una faccenda musicale fatta di pause, di accenti. E trovo unico il godimento dell’attore nel poter dimenticare se stesso.

D. Progetti per il futuro?

R. Sono in teatro con mio fratello Toni (Servillo, anche lui attore, ndr) con lo spettacolo ‘Sconcerto’,  un testo coraggioso ma semplice nel senso più elevato del termine. Presto uscirà con il ‘Corriere’ la raccolta completa degli Avion Travel.

Segue l’intervista alla regista Paola Randi:

Simpaticissima, energica ed esuberante: abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere anche con la regista Paola Randi. L’emergente milanese è una vera e propria cittadina del mondo, un vulcano di energia a cui è impossibile restare indifferenti.

D. Una milanese che esordisce con un film su Napoli. Perché?

R. Ho vissuto tra Palermo, Napoli e Roma, mia sorella fa la ricercatrice a Londra….avevo voglia di rappresentare la transculturalità e quale città italiana è un crocevia di culture più di Napoli? Un giorno in piazza Dante ho visto un gruppo di cingalesi giocare a cricket a pochi passi da un gruppo di scugnizzi che tiravano calci a una pallina da tennis: era l’immagine che cercavo.

D. La commedia italiana sta vivendo un momento di grande crescita: il pubblico italiano sembra preferire i film del Belpaese ai Blockbuster americani. Eppure c’è chi dice che il tuo film è troppo intelligente per sbancare il box office…

R. Intanto ringrazio chi lo ha detto. Poi voglio dire che ho molta fiducia nel pubblico italiano. Io vengo dal teatro sperimentale e a Milano con pochi soldi facevamo il tutto esaurito: il pubblico italiano non è affatto becero come spesso viene dipinto.

D. Il film si doveva intitolare ‘O Fodero’ inizialmente. Come sei arrivata a ‘Into Paradiso’?

R. La verità è che il titolo ‘O Fodero’ faceva schifo a tutti. Quando abbiamo avuto l’idea di ‘Into Paradiso’ ci sembrava azzeccato e poi suona bene.

D. Sei intervenuta anche sul finale, che doveva essere diverso.

R. Alla fine abbiamo preferito lanciare un messaggio positivo, di speranza.

Grazie e in bocca al lupo!!!


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