Magazine Diario personale
Oggi sono andata dall’Estetista e, come tutte le volte capita, ci siamo messe a parlare un po’ dei fattacci nostri. Anche perchè a me quel lettino mi mette un sonno....ma sono solo io?Quindi tra uno strappo di qui e una palpebra calante di là, ecco che arriva la fatidica domanda: come stai?E io che le rispondo? Si possono riassumere tante emozioni in una risposta secca e semplice come un ”sto bene” o “sto nammmerda!”?Visto che io e la sintesi viaggiamo su binari paralleli, ho passato la mia oretta di rito a sentirmi dire quanto io sia calma e tranquilla e rilassata, di quanto mi ammirava per cotanto à plomb. Dopo tutto. Ma de che?Ora. Parliamone. Ma lo faccio davvero e poi mai più che di lamentarmi, quando mai sia successo pure qui, mi sono un po’ rotta i coglioni. Ecco, l’ho detto.
Parliamo del fatto che mi sento come se avessi buttato al vento sette anni della mia vita. Avessi perso tanti di quei treni da farmi sentire arrivata quando in realtà sono solo al punto di partenza. E ora che finalmente posso fare quel cavolo che voglio non c’è nessuno che si aggrega.
Parliamo del fatto che ho preso il mio essere “materna” e l’ho dovuto impacchettare, mettere in un bel cassetto e riporvelo con l’idea che sarebbe anche non potuto uscire mai più. Che quindi quando la gente mi elogia i pregi della maternità io mi sento un alieno. Insomma, una si abitua al negativo così se davvero è, non si fa male, lo mette in conto no? Poi però, tutt’un tratto, ti rimuovono quel forse e bam...ora hai anche quella possibilità. E rimani con una faccia da pesce lesso che non sai spiegarti nemmeno tu. E parliamone degli sguardi di chi sta dall’altra parte quando rispondi “non lo so” a quella domanda. Sì perchè la gente mica capisce. Non ci prova nemmeno!
Parliamo del fatto che notare la gente che mi guarda con quell’interesse che fa tanto bene al mio ego mi fa stranissimo. Perchè diciamocela tutta, se tu ti senti bene e ti vuoi bene ma poi ti vengono fatti notare più spesso i tuoi difetti che non i tuoi pregi, ecco che alla fine guardi solo quelli e non ti ricordi più di avere anche gli altri. E ti fai male. Sì perchè quell’involucro lì E’ il male. Vai te poi a rimettere tutto nella giusta prospettiva! 'Na faticcacia che non ve lo spiego.
Parliamone del fatto che la maggior parte delle amiche si è sposata o sta facendo progetti. E tu quei progetti, seppur con qualcuno di non adatto a te, ce li avevi e te li hanno portati via. Mica è facile da digerire. Mica è facile sentirsi sempre dispari. In ogni singola situazione. Tipo prenotarti una cazzo di vacanza! (e qui medito di citare Groupon, Groupalia e tutti i villaggi turistici e alberghi vari per discriminazione da status civile! Già so sola e quindi disperata...ma mi devi fare pagare anche di più? Mi prendi per il culo??)
Parliamone del fatto che la persona che dovrebbe capire, non sta capendo una beata cippa e ribalta la situazione. E tu sei lì e ti chiedi perchè. Insomma, lo so che non è più affar mio, però potranno pure girarmi un po’ le palle nel vedere questo rovesciamento della realtà? E rimani delusa. Anche in questo “ultimo atto”. Sempre più delusa. Poi ditemi voi una come fa a conservare dei bei ricordi di qualcuno?
Insomma, uno strappo qui, una palpebra calante là e ti senti dire che no, io al tuo posto non ce la farei.Quindi? No, scusatemi. Cosa diavolo dovrei fare?
Diventare una zoccola che tenta di recuperare il tempo perduto? Far del cinismo e della disillusione i miei migliori amici? Continuare a lamentarmi che capitano solo a me e io sono la povera sfigata di turno e nessuna peggio di me? Davvero. Non capisco.
Perchè a me l’unica cosa che mi è venuta in mente di fare è stata quella di prendere tutti i miei pezzettini ini ini, sedermi per terra e cercare di ridargli un senso, un ordine. Nuovo. Speriamo migliore. Bello. Per me. Che mi commuovo pure io a immaginarmi lì seduta sul pavimento di fronte al camino con il mio fagottino pieno di pezzettini tutta concentrata per capire dove mettere cosa. Perchè son proprio bella e tenera, ne'!E ciò significa anche tenere tra i pezzi principali il mio vivere un po’ tra le nuvole, il mio vedere il bicchiere sempre mezzo pieno e mai mezzo vuoto, il mio essere surreale e il mio guardare sempre in su. Che la testa non la voglio abbassare. Io. Gli altri non so, ma non sono fatti miei.
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