Magazine Attualità

Cities fit for cycling: guerra ai cloni

Creato il 27 aprile 2012 da Blindsight
CITIES FIT FOR CYCLING: GUERRA AI CLONIDomani sarà la giornata di ciclisti e pedoni, spesso schiacciati e massacrati sulle strade: "Cities fit for cycling" è il nome della campagna che lancia l'iniziativa che si svolgerà contemporaneamente a Roma e a Londra, ricordando anche i numerosi morti in incidenti stradali investiti da un'auto (614 pedoni e 263 ciclisti nel 2010 e negli ultimi 10 anni 2.556 sono solo i ciclisti). (Leggi tutto da Asca).
Io non ero in bicicletta quando fui investita, ma anche su una moto sempre su due ruote si sta e la distrazione di chi guida rinchiuso nel suo abitacolo metallico aumenta sempre di più. Non sono solo i cellulari, per cui quasi nessuno usa manco un auricolare mentre guida, non sono solo i drink, che comunque vanno evitati se si vuole avere una mobilità su 4 ruote, e non sono neppure solo le alte velocità, sinonimo di vera "coatteria": c'è anche molta gente che non sa proprio guidare, grazie alle patenti rilasciate in cambio di denaro o addirittura per amicizia, così come ci sono troppi vigili che non fanno il proprio dovere.
Il demente che mi ha ammazzata quel maggio del 2002 era distratto, ha fatto la sua retromarcia su di me e ci ho tirato fuori uno spettacolo teatrale: non è solo un esorcismo al male e al dolore ma un voler onorare una delle mie tante rinascite, quest'ultima davvero insolita. Mi ritrovo così: cieca del tutto e mezza sorda, completamente cambiata in una nazione che non conosce manco la legge sul cane guida, né tantomeno un bastone bianco, e vivo in mezzo a cloni che prendono l'auto anche per pochi metri, magari spaccandosi i muscoli in palestra però, dove a me non hanno fatto entrare perché accompagnata da cane guida.
Si muore di tutto ormai, anche solo per aver pronunciato un nome sbagliato a un fidanzato italico, in Italia si muore di malasanità, di debiti, di fame, di malagiustizia, ecc., ma morire perché chi guida non si rende conto che quell'auto è uguale a un mitra carico e pronto a sparare, beh questo è ancora più assurdo!
Il mio suggerimento, ai vedenti con patente, è questo: le due ruote o le due gambe che potreste falciare via per sempre per una vostra distrazione o per la vostra ignoranza in materia di codice stradale, potrebbe ritorcervisi contro, almeno anch'io mi auguro che tutto il dolore che ho dentro possa finire solo in quegli occhi distratti che un giorno retrocedettero sulla mia magnifica vita.
Ai cattolici obiettori di coscienza suggerisco invece di impegnarsi di più nella sicurezza stradale, anziché rompere continuamente con le loro difese nei confronti di embrioni: cari obiettori di coscienza, terrorizzati dall'aborto e dalla ricerca, preparate prima una strada sicura, visto che ci tenete tanto alla vita, affinché quegli embrioni possano vivere a lungo la loro! Fate in modo che una volta partoriti non rimangano schiacciati dai pirati che guidano un'auto come giocano a un videogame.
La sicurezza stradale non è uno scherzo, ma un'emergenza in questa nazione: non c'è religione nel comportamento degli automobilisti italiani, così come non c'è in tutti quei vigili che se ne fregano. Dico questo perché ritengo energie sprecate quelle impiegate dagli obiettori di coscienza.
Per ultimo: andare in bici è bello, meglio andare a piedi comunque, quindi cari ciclisti rispettate chi sta a piedi su un marciapiede e, anche se pericoloso, pedalate sulle strade, non invadete quell'atomo di Terra dove qualche umano ha deciso di restare usando il più antico mezzo di locomozione, e cioè le proprie gambe.
Ma forse è difficile capire quanto dico, visto che così ci sto io e tanti altri, e che con le proprie gambe gli italiani fanno sempre meno cose.
Nell'immagine: i cloni dell'agente Smith di Matrix, tra cui sono costretta a vivere da quando sono cieca per colpa di un distratto, infatti più che vittima della strada, mi considera vittima del clone.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :