C’è un famoso detto che afferma: “Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto”. Più o meno ciò che devono aver pensato Dan Gilbert e Chris Grant, rispettivamente proprietario e GM dei Cleveland Cavaliers, riguardo alla remota possibilità di riportare a casa, nell’estate 2014 il figliol prodigo LeBron James, volato a Miami giusto il tempo di indossare un paio di anelli. E per dare a sua maestà The King l’impressione che nulla nell’Ohio sia cambiato dal suo addio, è stato “riabilitato” coach Mike Brown, rientrato dalla finestra dopo esser uscito dalla porta principale un minuto dopo l’addio di James.
E per ingannare il tempo che separa i Cavs dalla prossima offseason, e magari con la speranza di attirare l’attenzione di qualche “big” in scadenza di contratto quest’anno, Cleveland annuncia i suo “piano d’azione” per entrare lotta playoffs. Un piano a dir la verità decisamente interessante, sopratutto per le operazioni di mercato in entrata.
Ad iniziare dall’ingaggio del positivo Jarrett Jack fautore di ottime cifre lo scorso anno a Golden State (12.9 punti e 5.6 assist) come sesto uomo e che in Ohio arricchirà un reparto guardie con abbondante talento di Kyrie Irving, Dion Waiters e del russo Sergey Karasev fresco di chiamata all’ultimo draft.
Scelte importanti anche nel reparto lunghi con l’ingaggio di Earl Clark il quale, dopo essere esploso a LA sotto la guida D’Antoni ha firmato un biennale da 8.5M$ ma sopratutto con la firma di Andrew Bynum, esperimento clamorosamente fallito a Philadelphia lo scorso anno; il centro è si un investimento ad alto rischio considerando i suoi problemi fisici, ma considerando l’accordo stipulato (team option per la prossima stagione, 6M$ garantiti subito e altri 6 al raggiungimento di un certo numero di gare) e le potenzialità mai del tutto espresse in California, potrebbe far comodo a Cleveland annoverare tra le sue fila, oltre ad un top playmaker anche un centro potenzialmente dominante nella Lega.
E nell’interessante roster dei Cavs non va dimenticato Anthony Bennet, prima scelta assoluta dell’ultimo draft che duellerà per lo spot di ala grande con Tristan Thompson (quarta scelta assoluta nel 2011) che non ha mai ripagato del tutto le aspettative di dirigenza e tifosi, oltre ai tanti gregari in grado di portare energia e punti dalla panchina (partendo dal veterano Anderson Varejao per arrivare ad Alonzo Gee).
Tuttavia, come detto da Mike Brown (era serio?), l’obiettivo di Cleveland è quello di vincere il titolo NBA. Un obiettivo troppo ottimistico, ma che rende l’idea della voglia e della necessità per i Cavs di abbandonare le torbide acque della bassa classifica per duellare con le tante franchigie impegnate a spartirsi gli ultimi posti validi per accedere al tabellone playoffs, presentando un progetto tecnico di tutto rispetto. Che magari può essere “speso” per convincere un altro ex Cleveland ad imboccare la strada di ritorno verso l’Ohio.