Gli anni ‘90 in campo fumettistico sono stati veramente grandi.
Le fumetterie nascevano come funghi e finalmente si trovavano cose bellissime, altrimenti introvabili nelle edicole. Devo avvisare che questo sarà un articolo assolutamente retrò, giusto per quel gruppo di pazzi a cui piace rovistare a piene mani nei mercatini dell’usato e andare a caccia proprio di quell’albo introvabile, che magari è finito sotto a una pila di Grandi Classici di Topolino.
In quel periodo ero appassionata di letteratura horror e, dopo aver fatto il pieno con i romanzi di King, mi prese una fissa atroce per Clive Barker.
Clive era dilagato su ogni media possibile. Fioccavano riduzioni su grande schermo di romanzi e racconti, come Cabal, Hellraiser, Rawhed, Candyman e altri. Ammetto che alcuni erano più riusciti e altri erano decisamente da dimenticare.
Oltre a questo, il ragazzaccio di Liverpool ha avuto una vera passione per i fumetti; le graphic novel ispirate al suo immaginario sono tantissime.
Naturalmente io ne ho un po’. Strano, eh?
Torniamo a Barker.
Clive interpreta l’horror in maniera nuova, cervellotica, inaspettata ed era stata una vera boccata d’aria fresca rispetto all’orrore tradizionale. Vederlo trasposto in graphic novel poteva essere una sfida.
In realtà il più delle volte è stata vinta.
Durò ben 12 numeri e proponeva episodi di Nightbreed (Cabal) e brevi storie autoconclusive, in genere ispirate a “Schiavi dell’inferno” (The Hellbound Heart). Come dicevo all’inizio, gli anni ‘90 erano stati molto interessanti per quanto riguardava i fumetti dell’orrore e secondo me è proprio in “Horror”, mensile edito da Comic Art, che si trovano le graphic novel più interessanti, sia dal punto di vista della sceneggiatura che da quello visivo.
“Pig blood” blues Horror n. 3, settembre 1990, illustrato da Scott Hampton.
“Resti d’uomo” Horror n. 5 novembre 1990, illustrato da Paul Craig Russel.
“La pelle dei padri” Horror n. 7 gennaio 1991, illustrato da Klaus Janson.
“In collina le città” Horror n. 9 marzo 1991, illustrato da John Bolton.
La collaborazione tra Barker e Bolton, a mio avviso, è stata una delle migliori e ha prodotto graphic novel che sono una festa per gli occhi. “The Yattering and Jack” (1991) è un fumetto tratto da un racconto di Barker, molto ironico e illustrato in maniera magistrale da Bolton. È un po’ il mio gioiello personale, perché l’ho cercato per tanto tempo in versione originale fino a quando è stato tradotto dalla Lexy, una casa editrice con tante idee ottime e poca fortuna, che ha ceduto il
catalogo a Free Books.
Il mio consiglio e di cercare quest’albo, un racconto autoconclusivo che riassume tutte le grandi qualità di Barker (humour nero, weird e orrore) e di Bolton, disponibile in lingua originale anche su Amazon.
Una delle opere grafiche non tradotte per il mercato italiano è la riduzione a fumetti de “Il mondo in un tappeto”. La miniserie porta a compimento tutto l’arco narrativo in tre albi, il che comporta un lavoro di sintesi pazzesco. Questa graphic novel mi ha lasciata un po’ perplessa e ritengo che non sia completamente riuscita. Mi ero immaginata un universo più colorato e strambo, forse la scelta dell’illustratore non era dei più azzeccati.
L’ultima cosa che viene da chiedersi è dove poter trovare queste meraviglie senza sporcarsi le mani di polvere o fare il pieno di schegge di legno frugando nei banchetti dell’usato?
Per quanto riguarda le opere già pubblicate e di cui ho parlato, non lo so, però di recente la Bao Publishing, una realtà interessante e famosa nel campo dei romanzi illustrati, sta pubblicando la serie regolare di Hellraiser.
Qualcuno di voi conosce altri adattamenti a fumetti?
Alla prossima,
Mala Spina