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CLIVE BARKER’S BOOK OF BLOOD (2009) di John Harrison

Creato il 07 novembre 2009 da Close2me
CLIVE BARKER’S BOOK OF BLOOD (2009) di John HarrisonSenza tuttavia conoscere la propria sorte distributiva sul mercato home video Italiano, l’ultimo adattamento cinematografico delle fantasie orrorifiche di Barker ha già raggiunto di forza due obiettivi ben definiti: incuriosire come non mai e dividere drasticamente i fans dello scrittore.
Chi riconosce nell’opera l’ennesimo adattamento fedele alla poetica dell’autore di Hellraiser (in questo caso la pellicola origina da due racconti distinti, Book of Blood e On Jerusalem street) e chi liquida l’operazione come televisiva e soprattutto narrativamente lenta. Niente di più falso.
"Un esperto di fenomeni paranormali scopre all’interno di una casa le cosidette "autostrade", intersezioni fra il nostro mondo e l’aldilà, adibite al trasporto delle anime dopo la morte"
Produce Barker in persona e basterebbe questo a portare la visione dell’opera verso confini meno delimitati e più complessi. In totale controtendenza con il cinema horror contemporaneo, votato alla ginecologica estetica gore/splatter, l’oggetto della storia è una ghost story tradizionale, aggiornata nella forma (leggasi tecnologie di sorta) ma pur sempre tale.
Scelta già di per sé interessante, supportata da un prologo affascinante e da uno sviluppo contaminato da false piste, inganni, dubbi ed ambiguità. E’ solo la metafisica curiosità sapienzale, tema ricorrente nelle opere dello scrittore, a delineare l’oscuro percorso dei protagonisti, che Jonas Armstrong (Simon McNeal) e Mary Florescu (Sophie Ward) interpretano con sincera profondità attoriale.
Le presunte "lungaggini" narrative tanto rimproverate da certi spettatori sono effettivamente funzionali allo svilupparsi degli eventi, quindi il problema esegetico della pellicola sta solo nel fatto che il pubblico più giovane, in attesa di flash di montaggio e ritmi epilettici stile videoclip, rimarrà prevedibilmente ed amaramente deluso. Al contrario, la sensibilità di un osservatore cinefilo comprende nel prodotto lo spiccato gusto retrò, che lo arricchisce ulteriormente nella sua originale natura anomala. Barker ha capito che l’horror con può continuare (solo) attraverso l’accumulo incontrollato di macelleria, spostando progressivamente il limite del mostrabile: una lezione di stile che solo il genio che si nasconde dietro supplizianti fetish, revenant uncinati e storie che volgono all’esoterismo più manierato poteva darci. 
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