Premesso che nella vita, “tutti possiamo sbagliare”, vorrei chiudere una volta e per tutte le polemiche sulla mia affermazione che i Cobas sono sponsorizzati dall’Azienda al solo scopo di nuocere al Sidast che era l’unico Sindacato aziendale che contrastava, contrasta e contrasterà i disegni della Società volti a “privatizzare” l’Ast.
Vale la pena, a tal proposito, rifare un po’ la storia del Sindacato di base “Cobas del lavoro privato”:
Alcuni anni fa il Segretario di quel Sindacato si era rivolto al sottoscritto, ancora fresco dello stop imposto all’allora Sua/Fisu al quale era stato richiesto il 18% delle deleghe per ottenere il “riconoscimento” aziendale, per “entrare all’Ast”. Ottenuto il mio benestare e una decina d’iscritti, l’amico Orazio La Corte, precipitatosi ad incontrare il Direttore Generale Ing. Emanuele Nicolosi, aveva ricevuto una buona accoglienza e l’immediata concessione delle bacheche sindacali aziendali a condizione che nella nuova formazione sindacale il sottoscritto non ricoprisse alcuna carica dirigenziale. Il sottoscritto, aderendo all’invito rivoltogli, ha lasciato, con i propri amici, i Cobas seduta stante in maniera tale che Orazio La Corte, rimasto solo (con le proprie bacheche rimaste desolatamente vuote per lunghi anni) abbandonasse l’idea di affermarsi presso l’Ast e ritornasse mogio mogio alla Casa Madre e, cioè, all’AMAT di Palermo dove sembra avere un buon seguito….
Adesso, con l’Ast nella bufera, ha riprovato, come un avvoltoio a spolpare (sindacalmente parlando) le ossa di quella gloriosa azienda regionale del trasporto pubblico locale che si avvia a diventare uno spezzatino e che da pubblica, nei disegni di Qualcuno, dovrebbe diventare, a breve, azienda completamente in mano ad Imprenditori privati.
Bene. Nessuno vuol negare il diritto a qualsiasi organizzazione sindacale di mettere piede e di affermarsi presso l’Ast spa ma, vogliamo, per un attimo, soffermarci sul ragionamento fattoci dai vertici dell’Azienda quando ha “respinto” una cinquantina di deleghe del Sua/Fisu? L’Azienda ci ha fatto intendere che, a parte i Sindacati Nazionali (CGIL,CISL,UIL,UGL,CISAL) che sono riconosciuti “a prescindere dalla loro consistenza numerica” (anche se, ad esempio, l’Uil e la Cisal sono quasi ridotti a io, mammeta e tu…), un nuovo Sindacato, per essere riconosciuto dall’Azienda dovrebbe dimostrare di avere un certo grado di rappresentatività, quantificato in un assurdo ed esagerato 18% quando, in campo nazionale e in determinati settori lavorativi (anche presso la Regione Siciliana per decisione dell’ARAN) il 5% degli iscritti fa ottenere il riconoscimento. La soglia di sbarramento del 18%, se applicata presso il Parlamento Nazionale, lascerebbe in vita, ad esempio, solo il PDL e il PD e “fuori” da Montecitorio e Palazzo Madama, formazioni come La Lega, Italia dei Valori, Futuro e Liberta e l’UDC !!!
Quindi, per concludere il ragionamento (aperto al contributo di chi mi contesta), continui pure l’organizzazione Cobas del Lavoro Privato nella propria opera di proselitismo fra i lavoratori dell’Ast ma stia attenta a non godere di particolari favori in quanto MAI si potrà sedere al tavolo delle trattative con l’Azienda se pur’essa non raggiunga il traguardo delle circa 180 deleghe già richieste al mio Sindacato perché se così non fosse non esiterei a definirlo Sindacato “giallo” a completo servizio della Società che l’avrebbe, in tal caso, sponsorizzato per contrastare il disfacimento degli altri Sindacati aziendali da sempre co-gestori dell’Azienda e a completa disposizione dei voleri dei Dirigenti e degli Amministratori della stessa.
Auguri, Cobas anche perché se sinceri porterebbero, in tandem con il Sidast, una ventata di aria fresca “sindacale” presso un’Azienda strana che puzza tanto di obitorio…..
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