Sapevate che Fernando Pessoa, il celebre poeta portoghese, aveva scritto uno slogan pubblicitario per la Coca-Cola?
Il Post ha spolverato un articolo (poi ripreso e corretto dal sito Italianialisbona) della rivista peruviana etiqueta negra, dove si celebra Fernando Pessoa, la sua arte poetica, il suo spessore intellettuale, il suo contributo alla città di Lisbona anche dal punto di vista turistico grazie alla sua statua davanti al caffè A Brasileira, che attira ogni anno migliaia di persone in cerca di una foto col poeta simbolo del Portogallo.
Ma tra una celebrazione dei suoi lavori e un accenno alla sua ossessione per gli oroscopi, l’articolo rivela anche quella vicenda poco conosciuta, e tutto sommato nella sua carriera di poeta abbastanza insignificante, che vide Pessoa alle prese con la Coca-Cola.
Il giovane Fernando negli anni Venti lavorava per la Moitinho de Almeida, azienda che deteneva l’esclusiva in Portogallo per i prodotti importati dagli Stati Uniti. La stessa a cui si rivolse la Coca-Cola per entrare nel mercato.
E siccome Pessoa vi lavorava come traduttore di lettere commerciali e conosceva molto bene l’inglese (era infatti nato in Sudafrica), fu chiesto a lui di trovare uno slogan pubblicitario per il nuovo prodotto.
Cosa che fece, da bravo copy, elaborando: ‘Primeiro estranha-se, depois entranha-se‘. Ovvero ‘Prima ti stupisce, poi ti entra nelle viscere’.
Ma siamo negli anni Venti, ricordiamolo, Salazar stringe il Portogallo nella morsa della dittatura (ricordate ‘Sostiene Pereira‘ di Tabucchi?), la liberalità dei costumi è più severa e si guarda con una certa diffidenza ai prodotti stranieri. Soprattutto se originali, come una bevanda che richiama vagamente la cocaina e gioca sul concetto di dipendenza.
Insomma troppo perché l’allora Ministro della sanità, Ricardo Jorge, potesse dare la propria approvazione. Anzi, la dittatura di Salazar bloccò poi del tutto l’importazione di Coca-Cola, risolvendo il problema alla radice.
Fernando Pessoa non ottenne i complimenti dei suoi capi per quello slogan alla (allora) sconosciuta Coca-Cola. E forse, visto come poi sono andate le cose, è stata una fortuna.