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Codice di Rossano, la Calabria al Quirinale

Creato il 05 aprile 2014 da Makinsud

In vista del semestre di Presidenza dell’Unione Europea che spetterà a Italia e Grecia, il Quirinale ha organizzato un’importante mostra nelle sale delle Rampe e delle Bandiere dello stesso Palazzo del Quirinale dal titolo “Classicità ed Europa, il destino della Grecia e dell’Italia che intende valorizzare il messaggio civilizzatore dell’antica Grecia e della Roma antica nei confronti dei popoli del Nord Europa. Un messaggio che, attualmente, sembra essere dimenticato considerando le difficoltà economiche della Grecia e (in misura minore ma sempre importanti) dell’Italia, costrette a soggiogare allo strapotere di altre economie continentali. Riscoprire i fasti del passato può servire a affrontare meglio il presente e, per questo motivo, è bene sottolineare che la mostra del Quirinale dedica spazio anche ad un pezzo pregiato di Calabria. E’ questo il caso del  Codex Purpureus Rossanensis, ossia il Codice di Rossano, compreso tra i venticinque reperti in mostra al Quirinale, un fondamentale simbolo dell’arte della miniatura medievale.

Si tratta di un antico evangelario unico al mondo che racchiude al suo interno un vero e proprio messaggio d’ incontro e di contaminazione tra la cultura d’Oriente e quella Occidentale. Il Codice di Rossano, infatti, contiene l’intero Vangelo di Matteo, gran parte del Vangelo di Marco e una parte della lettera di Eusebio da Carpiano sulla concordanza dei Vangeli.

Codice di Rossano

Inoltre, considerando che la diocesi di Rossano era fortemente legata al rito di lingua greca praticato fino all’anno 1462 nonostante in quel tempo fosse già molto diffuso il rito latino, l’opera risulta essere di grande interesse dal punto di vista religioso, ma anche e soprattutto sotto il profilo storico-artistico mettendo il luce ancora una volta come la terra di Calabria fosse la “porta aperta” fra Oriente e Occidente, congiunzione tra cultura latina e cultura greca.

Il Codice di Rossano è presente nella sala del Quirinale sia nella veste originale che nella veste digitale, realizzata da un’azienda spin-off dell’Università della Calabria che porta avanti un programma di ricerca per potenziare le tecniche di restauro non invasive dei beni culturali. La versione digitale del Codice di Rossano realizzata dalla stessa azienda calabrese si può sfogliare mediante il touch screen rendendola a completa disposizione di turisti, esperti e semplici appassionati.

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