Recensione di Giovanni Agnoloni
Marino Magliani
Colonia Alpina Ferranti Aporti Nava
Ed. Senzapatria – € 7
(prefazione di Giulio Mozzi, copertina di Mario Bianco)
In attesa della presentazione di Asti, domani 5 giugno, alle ore 17,30, nell’ambito di A Sud di nessun Nord, il festival multidisciplinare sul tema del viaggio, presso la Locanda del Pellegrino, ecco una descrizione dei contenuti di questa nuova opera di Marino Magliani.
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Colonia Alpina Ferranti Aporti Nava è la storia di un viaggio nella memoria. Marino Magliani scende nel territorio a volte fluido, altre limaccioso, del passato, incrociando con grande sensibilità itinerari reali e percorsi onirici. Parte dal tempo dell’infanzia, dai rituali di vita di paese nell’entroterra ligure e dalle messe servite come chierichetto, con le percezioni olfattive e tattili di quegli antri di chiese povere, e ci porta con sé in un viaggio che interseca il presente della sua ricerca con le fasi della sua vita di bambino, e poi di adolescente e di giovane, segnate da allontanamenti da casa dapprima voluti, quindi sempre più venati da tinte di distacco, lacerazione e struggente nostalgia.
Al centro, l’esigenza di ricordare un momento, di colmare un vuoto nella memoria, ruotante attorno a quella colonia infantile dove aveva vissuto e studiato. Il numero di un letto di camerata che l’adulto Magliani non riesce a ricordare in nessun modo. La sensazione di sradicamento che nasce dalla consapevolezza di un momento rimosso, di un panico trattenuto in gola, o forse nel petto.
L’eco della morte del padre, il ricordo di una partenza per il militare contrassegnata da un abuso di potere, per lui che in teoria avrebbe dovuto essere esonerato. Una forte crisi nervosa, un internamento che sapeva di carcere; un gesto estremo.
E di nuovo nel presente, in mezzo agli eterni rovi della Liguria, che graffiano e impolverano, e spingono a ricordare, come se la memoria ritrovata facesse partorire l’ombra che portiamo dentro di noi.
Nuove indagini, una ricerca condotta praticamente alla macchia, e infine la risposta che attendeva, che azzera il senso dell’identità immaginata e profila una prospettiva di vita diversa da quella che il protagonista-io narrante credeva di aver vissuto. È un salto improvviso. La percezione della propria residualità. Dell’essere sopravvissuto a se stesso.
Colonia Alpina Ferranti Aporti Nava è una perla, e uno dei vertici dell’arte narrativa di Marino Magliani. Un racconto lungo che merita di essere degustato e assaporato goccia a goccia, perché ogni singolo frammento del suo tessuto, come ogni minimo tratto dei ricordi che evoca, sa – come in un ologramma emotivo – di un’intera esistenza.