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Come comunicare con il vostro gatto

Da Dragor

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Una volta la proprietaria di un gatto mi ha giurato che il suo micetto possedeva il dono della parola. Credo che fosse soltanto un pio desiderio ispirato dall’amore, anche se gli etologi ci assicurano che il gatto ha imparato a miagolare per copiare il pianto dei bambini. Notando che, alla minima lagna del marmocchio, gli umani accorrono premurosi per dispensare carezze e leccornie, il primo felino imitatore del vagito umano deve avere pensato “se funziona con lui, funzionerà anche con me”, senza rendersi conto di dare così origine a un processo selettivo darwiniano.

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   No, il gatto può imitare un suono per assicurare la sopravvivenza a se stesso a alla propria progenie, ma non  parlare. Il suo cervello e la sua bocca non sono programmati per questo esercizio. Ma questo non significa che non sappia comunicare. Un gatto è dotato di straordinaria eloquenza, si tratta soltanto di capire il suo linguaggio. Adora il gioco dei ruoli e di volta in volta ve ne assegnerà uno diverso. Per lui il mondo è un teatro di cui si sente il regista. Ecco come entrare nel suo piccolo, meraviglioso mondo.

 

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   CODA

   Diritta con la punta incurvata a punto interrogativo significa:  “Ciao a tutti, eccomi qui, guardate come sono bello. Sono socievole e anche un po’ curioso, manifestate le vostre intenzioni e spero bene che non siano ostili. Non mi dispiacerebbe qualche carezza. Se poi ci fosse qualcosa da mangiare…” Se la coda vibra leggermente, significa: “Tu e io facciamo parte della stessa tribù. OK, hai due zampe di meno e ti manca la coda, ma non significa niente. Gli handicappati sono esseri felini come noi.” Se la coda è tesa e immobile in posizione orizzontale, significa: “Zitti, sono concentrato, non disturbatemi. Sto mangiando la mia pappa oppure sto puntando la preda, come dire la futura pappa. In ognuno dei due casi si tratta di una faccenda molto importante.” Se la coda è orizzontale e agitata a destra e a sinistra, significa: “Ho i nervi, lasciatemi stare. Anche le carezze hanno un limite. Siamo gatti, non peluche. Se mi tocchi ancora, un bel graffio non te lo toglie nessuno.” Se la coda è piegata fra le zampe,  significa: “Cari, forse non lo sapete, ma sono una tigre. Non toccatemi, non guardatemi, toglietevi di torno. Altrimenti...”

 

  OCCHI E ORECCHIE

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  Per non fraintendere il messaggio, vanno considerati insieme. Occhi socchiusi e orecchie leggermente girate significano: “Oh, com’è bella la vita. Quasi quasi mi faccio un sonnellino.” Occhi spalancati e orecchie rivolte in avanti: “Vuoi giocare con me? Ho bisogno di fare un po’ di esercizio.” Orecchie diritte, occhi: ammiccanti “Sono pacifico. Niente violenze, per favore.” Orecchie diritte, testa bassa: “Riconosco che sei il più forte. Detto questo, cerchiamo di non litigare, OK?” Orecchie diritte, testa alta: “Sono io che comando. Questo è il mio territorio. O  fili diritto o puoi sloggiare.” Pupille dilatate in pieno giorno, orecchie rivolte all’indietro: “Sono inquieto, sento una minaccia. Non disturbatemi.” Orecchie rivolte all’indietro, corpo appiattito per terra: “Scusate se ho fatto cadere il vaso cinese, stavo inseguendo una mosca. Non l’ho fatto apposta..” Occhi socchiusi, orecchie appiattite all’indietro: “Sono una tigre e sto per attaccare. Vi conviene eclissarvi, altrimenti… » 

  

   CORPO

   Se si rotola per terra quando vi vede o gli rivolgete la parola, significa: “Ti voglio bene, sei la mia persona preferita”. Si sdraia con la pancia all’aria: “Ho una fiducia cieca in te”. Si strofina contro le vostre gambe: “Ti marco con i miei feromoni, così mi sembrerai più familiare.” Amichevoli colpetti di testa contro di voi: “Ti andrebbe di farmi qualche coccola? Sono di umore sentimentale” Pelo ritto: “Ho paura e sono molto arrabbiato. Cercate di non provocarmi.” Con le zampe anteriori sui vostri vestiti fa un movimento come se impastasse il pane: “Sono un gattino che vuole succhiare il latte. Vuoi farmi da mamma?” Accovacciato, si bilancia come se volesse balzare: “Sono il cacciatore in agguato e tu sei la preda. Attenzione, ti mangio!” Ma un istante dopo fuggirà a gambe levate e il cacciatore diventerete voi.

  

   MIAGOLIO

   Gli scienziati hanno identificato 16 diversi tipi di miagolio. Eccone alcuni. Miagolio insistente: “Ho fame, dov’è la pappa? In questa casa il servizio lascia a desiderare.” Miagolio a piena voce: “Questo territorio è mio. Vi conviene rigare diritto.” Miagolio soffocato: “Insomma, vuoi farla finita?” Sei noioso.” Miagolio corto, dolce e ripetitivo: “Vuoi giocare con me? Perché m’ignori? Ho bisogno di te.” Miagolio con ticchettio di denti: “Attenzione, sto per mordere”. Soffio: “ Ho paura, sono arrabbiato, state alla larga. Non sono un gatto, sono un serpente” (si dice che il gatto abbia imparato a soffiare imitando il serpente per spaventare gli avversari). Miagolio corto e stridulo: “Sto male, ho dolore. SOS.”

    

   FUSA

   Il gatto impara a produrre questo suono da piccolo, imitando la madre. La gatta usa il ron-ron per calmare i micini e imporre il ritmo al momento della poppata. In un gatto adulto significa: “ Sono ancora un micino, mi sento piccolo e e ho bisogno di protezione.” Ma anche: “Ho paura e cerco di vincere lo stress.” Oppure: “Sono ferito e cerco d’ignorare il dolore.” Per questo, a volte, un gatto muore facendo le fusa.

  

     Dragor


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Da Agnese Anzalone
Inviato il 12 novembre a 13:48

un gatto muore facendo le fusa: POVIROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!AMORE MIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!CUCCIOLINOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!