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Come diventare wedding planner: l’agenzia di consulenza

Creato il 25 marzo 2014 da Kairoswedding

Mi aggancio al precedente post redatto dalla collega Monia Re dell’agenzia Kairos di Cuneo per raccontare come diventare wedding planner, cercare di ampliare e chiarire, nei limiti del possibile, quale deve essere l’inquadramento professionale che un’agenzia, che si occupa di organizzazione di matrimoni, deve avere per essere in regola con lo stato italiano e soprattutto con il fisco.

come diventare wedding planner
Abbiamo detto che l’attività non è chiaramente disciplinata e che spesso si trovano indicazioni in merito all’inizio attività che riconducono la professione del wedding planner a quella di un’agenzia d’affari. Questo perché, dato che il wedding planner, nell’organizzazione dell’evento matrimonio intrattiene relazioni commerciali con differenti categorie (fotografi, ristoratori, fioristi, musicisti ….) si presuppone che faccia da mediatore in termini anche economici.
Questo però non sempre significa che il wedding planner abbia una mediazione su quanto contrattato con il fornitore e speso dal cliente: anzi, il più delle volte, i fornitori non hanno nessuna intenzione di riconsocere al wedding planner una benchè minima fee per il lavoro da quest’ultimo svolto.

Forse questo accade soprattutto nei piccoli centri dove, vuoi perché tutti conoscono i vari fornitori di servizi, vuoi che i clienti riescono ad arrivare ai fornitori direttamente senza perdere troppo tempo per andarseli a cercare a nord o a sud dell’area metropolitana, vuoi perchè non c’è la mentalità di riconoscere a chi svolge un servizio di informazione e ricerca un adeguato compenso, difficilmente si riesce a farsi pagare.

Pertanto, come verificato con CNA Professioni , con i miei colleghi del tavolo Tecnico A.W.P. e con altre istituzioni che rappresentano le normative fiscali nazionali, suggerisco, quale soluzione per inquadrare la professione del Wedding Planner, quella del lavoro autonomo, che, a differenza del Wedding Designer, offre esclusivamente un supporto di consulenza. Consulenza che deve essere adeguatamente quantificata e riconosciuta direttamente dal cliente.

come diventare wedding planner
Di certo qualcuno potrà obiettare che, soprattutto per i WP che non hanno ancora maturato un adeguato iter professionale e hanno poca esperienza, risulta più difficile farsi riconoscere un compenso per la sola consulenza …. ma vi garantisco che, se tutti lavorassimo secondo questo criterio, nel breve giro di poco tempo, esso entrerebbe nell’uso e chiunque si rivolgerà ad un WP per la consulenza organizzativa, saprà che dovrà pagare per relativo servizio.

E’ un po’ come andare da un architetto, un avvocato o un commercialista, avere una consulenza e pensare di andar via con un grazie o una stretta di mano!

Qui il link al sito INPS che tratta l’argomento in maniera esaustiva:
https://www.inps.it/portale/default.aspx?lastMenu=5653&iMenu=1&iNodo=5653&p1=2

La L.335/95 (art.2 c.26) ha previsto l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata Inps dei liberi professionisti privi di una Cassa di previdenza. 
L’iscrizione deve essere effettuata o tramite consegna diretta del modulo GS-COD SC04 presso gli sportelli INPS oppure tramite invio per posta raccomandata o con invio telematico attraverso il sito www.inps.it.
 La base imponibile previdenziale è pari all’imponibile fiscale, così come risulta dalla dichiarazione dei redditi è quindi definita per differenza fra i compensi percepiti e le spese sostenute.

Il contributo alla Gestione Separata è calcolato applicando alla base imponibile le aliquote vigenti nell’anno di riferimento (per il 2014: 22% per i soggetti assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie o titolari di pensione, 27,72% per i soggetti privi di altra tutela previdenziale obbligatoria, comprensivo dell’indennità di maternità dello 0,72%).

Il contributo è interamente a carico del professionista, che tuttavia ha facoltà di addebitare al cliente in fattura, a titolo di rivalsa, un’aliquota pari al 4% dei compensi lordi.
L’esercizio di tale facoltà ha rilevanza solo nei rapporti fra il professionista ed il cliente ed è del tutto ininfluente ai fini del versamento alla Gestione Separata, poiché a quest’ultimo dovrà provvedere sempre e comunque il professionista e per l’intero importo.
Il versamento del contributo avviene con lo stesso meccanismo di acconto e saldo e con le stesse scadenze previste dal fisco per i versamenti IRPEF.

Risulta evidente quindi che, con l’inquadramento nella sfera del lavoro autonomo, non si è obbligati a pagare la somma di circa € 3.400,00 annui all’INPS ma si viene inseriti nella gestione separata INPS che ha un costo proporzionale al fatturato annuale. Questo, soprattutto per chi è all’inizio della propria attività e con un imponibile fiscale inferiore ai 15.000,00 euro, risulta essere sicuramente più vantaggioso.

inquadramento fiscale

Alla prossima settimana… sempre sintonizzati con l’ASSOCIAZIONE WEDDING PLANNERS di Milano, l’unica in Italia che ha intrapreso il percorso della certificazione della Professione!

Stay tuned!

AD MARIAGE – Anita De Sipio
socio AWP


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