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come i treni a vapore/2

Creato il 11 settembre 2011 da Inbassoadestra

Allora l’altro giorno, cioè stamattina, mi sono alzata dal letto sito a V.V. che eran tipo le cinque, preso corriera fino a Conegliano che ci sono i servizi sostitutivi del treno che ci sono i lavori di potenziamento della tratta, laddove per lavori di potenziamento suppongo ci si riferisca all’incessante logorio di maroni del pendolare vittoriese medio in attesa di abituarlo all’idea che il treno glielo vogliono togliere da sotto al culo per sempre.

Comunque poi sono arrivata a Mestre carica come un mulo di cose di zaini di borse nelle prime luci della post-alba, mi son fatta un pediluvio e apprestommi ad andare a Mantova che dovevo andare a Mantova.

Nella mia testa  carica di pregiudizi, Mantova:Lombardia=Rovigo:Veneto

Cioè, posti che non ho mai visto alle periferie delle loro regioni di riferimento, dove la gente parla con accenti che non esistono in natura e che comunque fatico a collocare geograficamente.

Per arrivare a Mantova in tempi ragionevoli, devi caricare in macchinetta ventisette euri all’andata [gli stessi che in genere ci vivo una settimana] e ventisette al ritorno [quegli altri là, che ci vivo la settimana successiva]. Se vuoi evitare di estrarti un rene e lanciarlo sul mercato sottostante [cit.], devi trovare una combinazione di regionali. Per trovare una combinazione di regionali, auguri.

Dicevo, che dopo il pediluvio esco mediamente tronfia e piglio il regionale numero uno per Verona. A Verona scendo e ho due ore di buco. Allora piglio un autobus e vado a trovare la Bea e Ganzofunker che imbiancano casa. L’autobus ritarda, arrivo, passeggiata sul cellophane baci abbracci, ri-saluti, Bea mi dà un grissino, torno alla fermata, sgranocchio il grissino, aspetto, l’autobus ri-ritarda, mangio tre confezioni di grissini della mente, arrivo in stazione, perdo il treno, altra ora emmezza di buco. Cerco tracce di wifi come un rabdomante con la scimmia. Reco meco il computerino invece che un libro in quanto, ho pensato, andare a un festival della letteratura [quello di Mantova] e portarsi un libro è quantomeno stucchevole. Comunque margine di connessione non ne trovo. C’è la rete Guglielmo che dà vaghi segni di vita ma non abbastanza, la cerco per terra, in piedi, nel Mc, fuori, ai parcheggia-bici, a testa in giù. Poi arriva uno e mi fa, Scusa sono rimasto folgorato. Penso di fermarlo subito e raccontargli della mia storia tormentata con Guglielmo, cuore di pietra, mezza tacca, talvolta una o due, ah Guglielmo. Dice se non fosse che non credo alla magia direi che sei stata un’apparizione magica, poi mi chiede Oh ma qua c’è la wireless? Dico per oggi la magia è evidentemente finita. Saluta e ringrazia […]. Saluto e ringrazio […].

A ogni modo poi a Mantova ci sono arrivata, ho fatto quello che dovevo fare. C’era la premiazione del concorso [che non è un concorso] letterario della Coop in collaborazione con la scuola [che non è una scuola] di scrittura creativa di Lucarelli. Allora il mio pezzo [che non è un pezzo (…)] era tra i dieci finalisti ed è pubblicato su cartaceo nella raccolta che trovate nelle librerie Coop [che a loro volta non lo so se sono librerie o qualcosaltro].

Oppure, andate a leggerlo qua [Qua, è chiaro? (QUA)] che fate prima.

Della premiazione in sé volevo giusto dire che a me personalmente, il pezzo di Michele Mari che è arrivato primo tra le Storie Brevi, m’è piaciuto molto. E poi che Liu Palmieri che è arrivata prima nella sezione post-it anche, m’è piaciuta molto, laddove il presentatore le ha chiesto se voleva fare un libro da appendere al frigo e lei ha detto che voleva fare un frigo da appendere a un libro.

Io per il resto, prima di riprendere il treno che mi ha riportata in tempi biblici a casa a profondermi in un pediluvio integrale, volevo anche chiedere tutte delle cose e poi andare da un docente di Bologna che a un certo punto aveva citato il pezzo mio e  quello di un’altra ragazza e aveva detto una cosa tipo nuova estetica ferroviaria. Che non lo so se è appropriato a dirsi nuova estetica ferroviaria, soprattutto nuova, e anche un po’ estetica [ferroviaria occhei]. Però comunque volevo fare quelle cose da persona adulta che si presenta e dice Oh, bella per la nuova estetica ferroviaria. Invece sono tornata in stazione e ho scritto questa roba qua.

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