Come impregnare il legno. Il legno, in natura, è soggetto a decadimento più o meno lento causato da vari fattori. In questa scheda illustro l’utilizzo e le caratteristiche degli impregnanti all'acqua per proteggerlo da parassiti, ossidazione, sporco, raggi solari e umidità ed eventualmente conferirgli una colorazione. La caratteristica principale di un impregnante è quella di non coprire con uno strato, ma di impregnare le fibre per questo non nasconde le imperfezioni eventualmente presenti. La preparazione del supporto, quindi, da trattare con il metodo dell’impregnazione è quanto mai importante per una buona riuscita del lavoro dal punto di vista estetico. Per effettuare l’impregnazione di un manufatto in legno occorrono alcuni attrezzi che trovate elencati di seguito e occorre adottare alcune accortezze per la protezione personale:
Attrezzi
- un impregnante all’acqua della tonalità desiderata nella quantità occorrente per la superficie da trattare;
- un pennello o una spugnetta;
- paglietta di ferro media o carta abrasiva fina e media.
protezione personale
- guanti in lattice monouso;
- mascherina per la polvere;
- tuta di carta monouso o abiti da lavoro;
- eseguire il lavoro all’aperto o in un ambiente adeguatamente ventilato.
Occorreranno, inoltre, dei cavalletti per poggiare il manufatto, carta o stracci per coprire la superficie sottostante, uno o più contenitori a perdere per miscelare l’impregnante ed per il lavaggio degli attrezzi.
La prima operazione che eseguo è di ridurre in più parti il manufatto da trattare. In questo modo faciliterò le operazioni di spostamento e renderò accessibili tutte le parti anche le più nascoste. Subito dopo passo alla preparazione dei pezzi. Tutte le tracce di olio, sporcizia, grasso o colle della lavorazione devono essere eliminate. A questo scopo, poggiando il pezzo di legno da trattare su due cavalletti, carteggio con carta vetrata fine tipo 220 gr. tutta la superficie effettuando movimenti circolari producendo la caratteristica polverina di legno carteggiato. In questo frangente, non dovendo rimuovere grosse quantità di materiale, applico una modesta pressione anche per evitare di graffiare il legno. L’impregnazione, come metodo di finitura, non copre la superficie. Come supporto per la carta vetrata si può semplicemente utilizzare il palmo della mano o un “tacchetto” cioè un pezzo di legno con un lato piatto grande all’incirca come la nostra mano su cui avvolgere la carta vetrata.
Dopo la preparazione del manufatto da impregnare è il momento della preparazione dell’impregnante. Solitamente le vernici o gli impregnanti, dopo essere stati prodotti nella fabbrica, rimangono per parecchio tempo depositati nei magazzini di stoccaggio, poi nei negozi e infine anche in casa nostra. Questo causa la precipitazione sul fondo dei composti più pesanti e la formazione in superficie di uno strato oleoso. E’ per questo motivo che prima di utilizzare qualsiasi tipo di vernice mescolo il contenuto accuratamente, anche per più minuti, con l’apposito attrezzo. Una piccola divagazione su quest’ultimo. Sicuramente fa parte di quegli attrezzi cosi detti professionali che non sono presenti nella cassetta del faidateista comune. Si tratta di un accessorio a mio avviso utilissimo per aprire comodamente e mescolare le vernici nei barattoli. È lungo circa 15 centimetri, piatto, il corpo in acciaio e alle due estremità è sagomato differentemente. Da un lato è piatto per mescolare i liquidi e dall’altra ha un becco curvo per adattarsi all’incavo presente nelle latte con coperchio chiuso a pressione che siano di vernice e non. Quest’ultima caratteristica, da non sottovalutare, permette di aprire comodamente e senza sforzo, grazie anche alla leva, i coperchi dei barattoli di vernice anche più volte, preservando perfettamente la tenuta della chiusura. Per quanto mi riguarda ho definitivamente smesso di utilizzare i giraviti a testa piatta per aprire i barattoli, rimandandoli alla loro funzione primaria. Sicuramente avrò momenti di felice stupore quando, dopo mesi, riaprirò i barattoli e la vernice sarò ancora perfettamente conservata. Dopo aver mescolato il prodotto ne verso metà in un barattolo a perdere e ripongo il barattolo originario. In questo modo le impurità del pennello ed eventualmente l’acqua che aggiungerò per diluirlo non rovineranno il prodotto.
Per l’impregnazione vera e propria personalmente utilizzo il pennello ma può essere utilizzata anche una spugnetta. Il legno è un materiale naturale e poro aperto quindi ogni sostanza che vi si versa sopra viene assorbita più o meno in profondità al variare della durata dell’applicazione. Questo vale anche per l’impregnante. La tecnica che io utilizzo è la seguente: inondo, è proprio il caso di dirlo, la superficie da trattare con l’impregnante cercando di non farla asciugare troppo presto. Occorre del tempo, circa 5 minuti, affinché il liquido penetri nel legno. Trascorso il tempo prefissato, rimuovo l’eventuale eccesso con uno straccio. Se il lavoro comprende più pezzi occorre adottare la stessa tempistica a contatto dell’impregnante pena differenti tonalità. Dopo la prima mano, ad essiccazione del prodotto, tratto tutta la superficie con una paglietta di ferro per eliminare il “pelo” formatosi che produce un effetto vellutato. Questo è dovuto alle fibre del legno che, bagnate, si sollevano. A secondo dell’utilizzo del manufatto ma soprattutto l’esposizione ad agenti atmosferici potrò passare una seconda mano di prodotto. Terminata l’operazione di impregnazione si può decidere come rifinire la superficie. Ma questo è il tema di un’apposita scheda: la finitura del legno.
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