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Come l'islam perseguita i liberi pensatori

Creato il 13 dicembre 2012 da Dragor

 

 

Athées

 

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   MENTRE IN EGITTO i liberi pensatori cercano disperatamente di frenare le ambizioni dittatoriali del bigotto islamico Morsi, uno di loro si è preso 3 anni di galera per avere criticato la religione. Si chiama Alber Saber e ha pubblicato su Facebook il trailer de «L’innocenza dei Musulmani». In prigione è stato aggredito e ferito dai compagni di cella abbrutiti dall’islam.

   LA PRESSIONE degli islamici per condannare la critica alla religione è enorme. Hanno chiesto all’ONU di introdurre il reato di bestemmia e in Francia premono perché il governo francese faccia altrettanto. In Tunisia il blogger Jabeur Mejri si è preso 7 anni di galera per avere pubblicato una caricatura del profeta. E si puo’ dire che se la siano cavata a buon mercato. Attualmente in 7 nazioni islamiche per i liberi pensatori è prevista la pena di morte: Pakistan, Arabia Saudita, Iran, Afghanistan, Sudan, Mauritania e Maldive. Bisogna aggiungere Gaza (che non è una nazione perché Hamas preferisce lo status di rifugiato per godersi i miliardi del Quatar e tirare liberamente i razzi iraniani). I poveri atei di Gaza, come quelli dei paesi circostanti, sono costretti a rifugiarsi in Israele dove vige la libertà di pensiero. Fate una passeggiata a Tel Aviv e ne incontrerete una quantità.

   FINO A PROVA CONTRARIA, la critica alla religione è un diritto. Il comportamento degli islamici dimostra che l’islam è incompatibile con i più elementari diritti umani. In un vecchio post, L’Islam è compatibile con la democrazia?, riportavo una statistica di Peter Hammond secondo la quale più i musulmani sono numerosi, più un paese diventa ingovernabile perché la religione avvelena tutto, falsando i dati politici. E’ stato scritto il 26 gennaio 2011 e vi consiglio di leggerlo perché dimostra come Dragor sappia prevedere il futuro. Secondo questa statistica quando in un paese c’è il 90 per cento di musulmani «le ondate d’intimidazione e di violenza diventano quotidiane. Si assiste a operazioni di pulizia etnica organizzate dallo Stato e perfino a genocidi. Le varie sette islamiche si fanno la guerra fra loro. In questi paesi si dà la caccia agli infedeli per raggiungere lo scopo finale:100 per cento di musulmani. »

   SEMBRA IL RITRATTO dell’Egitto attuale e in generale dei paesi usciti dalla primavera araba. Speriamo che in futuro non diventi anche quello dell’Europa.

Dragor


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