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Come l’Unione europea, il capitalismo nostrano, cerca di farsi la sua piccola Cina a portata di mano.

Creato il 06 ottobre 2011 da Slasch16

Come l’Unione europea, il capitalismo nostrano, cerca di farsi la sua piccola Cina a portata di mano.  Polonia e Romania sono già in pista, ha cominciato la Fiat e dietro l’hanno seguita in tanti imprenditori, italiani e non, spostando i loro stabilimenti in Paesi vicini dove è più conveniente.
Se a Pomigliano gli operai prendono 1.200 euro al mese non c’è problema si sposta la produzione in Polonia 580 euro al mese e costruiscono la Panda. Con un bel risparmio per il consumatore, pardon, l’imprenditore.
L’ Omsa sposta la produzione delle calze in Croazia a metà stipendio se non meno di quello che costano le dipendenti di Faenza, per poi rivenderle in Italia allo stesso prezzo, se non di più visto che c’è di mezzo il trasporto.
Vogliamo parlare della Romania? Dove se prendono 290 euro al mese va già bene.
L’Unione europea indica con il dito la concorrenza cinese ed intanto si fa la luna d’oro nel cortile di casa, ci sono a disposizione i paese dell’ex Jugoslavia, l’ Albania e se facciamo fallire Grecia, Portogallo, Irlanda, forse Italia ecco che la Cina dell’Unione europea è cotta e servita per fare concorrenza a tutto il resto del mondo.
Esclusa la Cina che con oltre un miliardo di abitanti avrà sempre un mercato di molto superiore al nostro.
Ma gli industriali europei, in prima linea quelli italiani, hanno già fiutato l’affare e delocalizzato le loro aziende garantendosi se non la concorrenza alla Cina l’aumento dei profitti giocando sui diritti negati ai lavoratori di certi paesi europei ma economicamente meno evoluti dei Paesi che la fanno da padrone attraverso la Bce, che decide chi potrà sopravvivere e chi sarà sacrificato sull’altare del Dio che più Dio non si può, il profitto. Lo sfruttamento dei lavoratori.
L’Unione europea, ho l’impressione, che stà ripetendo la stessa strada dell’unità d’Italia, quando un meridione florido di economia e di cultura fu depredato ed umiliato dalle industrie e dai grandi proprietari del nord.
Non esiste una politica comune europea però abbiamo la Banca ed è l’economia, gli imprenditori, gli investitori ed i parassiti che decidono la linea da seguire.
L’importante è salvare le banche e garantire gli investimenti, aumentare i profitti e che il mercato sia libero in nome della concorrenza, se poi ci vanno di mezzo milioni di miserabili che hanno la sfortuna di essere nati nei Paesi più fragili cosa volete che sia, davanti alla salvezza dell’euro, delle banche e della speculazione.
Sono le leggi dell’economia, il liberalismo sfrenato alla Reagan che doveva arricchirci tutti, anche quei miserabili degli ex comunisti  che prima avevano un minimo di garantito, in Ungheria i ragazzi di vent’anni conoscevano tre lingue quando i nostri a malapena l’italiano, adesso hanno la garanzia della miseria.
In compenso, se la Grecia fallisce, la faranno fallire, i tedeschi che hanno soppiantato gli inglesi faranno le vacanze al mare spendendo pochissimo.
E’ il capitalismo, è il liberismo, che una ne fa e cento le inventa, l’importante che salga il profitto.
Ed il popolino che non ha il pane si mangi le brioche. 



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